28 maggio 2012
Tags : Franca Chiaromonte
Biografia di Franca Chiaromonte
• Napoli 6 gennaio 1957. Politico. Dal 2008 senatore del Pd. Componente della commissione Sanità.
• Giornalista, eletta deputato con i Ds nel 1994, 2001, 2006, presidente di Emily (associazione che si batte per un maggior spazio femminile nella politica).
• A Napoli ha frequentato la «scuola privata, i primi due anni. Giocavo a pallone coi maschi, tifavo per l’Inter, il mio mito era Mazzola. Poi Roma. Vita di strada ma anche lezioni di pianoforte. I miei amici era figli di funzionari del Pci. Un bel gruppo. Andavamo tutti ai campeggi dell’Ymca, perché i comunisti non potevano mandare i figli dagli scout cattolici. Andavo alle feste. Ma non feste da ballo, al massimo feste da canna, ricaduta del ’68. Solo negli anni Ottanta cominciammo ad andare nei locali. Andavamo con Roberto D’Agostino che faceva il dj al Titan e al Piper. Poi io, Pepe Laterza, Pietro Reichlin e Francesco Ghio ci iscrivemmo in massa alla scuola di rock and roll, cosa che venne vista come disdicevole. Venimmo definiti “i figli di” con un certo disprezzo» (a Sabelli Fioretti) [Set 3/4/2003].
• «Ha studiato i sacri testi del femminismo e si è confrontata per anni con le teorie di Luce Irigaray e Luisa Muraro. Una fedelissima di lungo corso della sinistra – prima nel Pci e poi nei Ds dove è tra l’altro responsabile della commissione cultura, una che ogni tanto alza la testa e quando meno te lo aspetti dice, parafrasando Bernardo Bertolucci, “io penso da sola”. Laureata in Filosofia del linguaggio – ha in parte preso il carattere di papà Gerardo, dirigente-gentiluomo (del Pci e del Pds), con occhialoni e spesse lenti a fondo di bottiglia, capocorrente dei miglioristi degli anni Settanta (fece anche da testimone di nozze a Giorgio Napolitano – ndr)» (Mirella Serri).
• «Mio padre apparteneva all’area migliorista, la più vicina ai socialisti, tutt’altro che giustizialista. Sono dentro quella tradizione» [Cds 15/1/2010].
• Alle primarie del Partito democratico (2007) si schierò con Rosy Bindi.
• Nel 2009, propose un disegno di legge insieme a Luigi Compagna (Pdl) per modificare l’articolo 68 della Costituzione e reintrodurre l’immunità parlamentare, suscitando numerose polemiche. «(…) Non serve certo al presidente del Consiglio. Sostenere una cosa del genere è una follia. È semplicemente un modo per riallineare l’ Italia all’ Europa in questa materia. L’immunità esiste in tutti i Paesi della Ue.» (CdS 23/2/2011)
• «Io vengo definita di estrema destra. Mi diverte di più stare con quelli che la pensano in maniera diversa. Frequentare persone che non la pensano come te è un anticorpo serio per non diventare voltagabbana. A me capita spessissimo in qualche cena con commensali di sinistra di dover premettere: “Io non sto con Berlusconi, ma...”».
• «Quando Berlusconi appare in televisione non mi metto a urlare e non mi viene di vomitare».
• Stima «Giuliano Ferrara. Gli riconosco intelligenza, dignità, passione per le idee. Idee che non sempre condivido. Mi piace anche Follini, cattolico ma laico. Mi è simpatica Alessandra Mussolini, una donna libera. Ho avuto modo di verificare la forza di Adriana Poli Bortone e la passione di Gabriella Carlucci. A sinitra non piace Paolo Flores D’Arcais».
• Nel 2004 acquistò dall’Inps un alloggio vicino a piazza San Pietro scontato del 56,19% rispetto al valore di mercato (113.000 euro, contro un valore stimato dal Cerved di 706.160) (Mario Giordano, Tutti a casa, Mondadori 2013).
• Animalista, fu molto affezionata al cane Puck, che trovò nel ’92 sotto la redazione dell’Unità.
• «Ogni giorno faccio i conti con le sciocchezze della sinistra. Ma non per questo me ne vado. Sarò sempre minoritaria. E rompiscatole» (a Sabelli Fioretti nel 2003).