Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Lorenzo Cesa

Arcinazzo Romano (Roma) 16 agosto 1951. Politico. Deputato dal 2006 (riconfermato nel 2008 e nel 2013). Dell’Udc (di cui dal 2005 è segretario). Già parlamentare europeo (2004-2006).
• «Magnifico esemplare democristiano resistito a ogni tempesta» (Antonello Caporale).
• «Laureato in Scienze politiche alla Luiss e, nel corso degli anni, manager di diverse imprese, Cesa è sempre stato in politica. La gavetta la fa a Roma, dove diventa consigliere comunale per lo scudocrociato ai tempi di Giubilo e Sbardella, anche se la sua patria è Arcinazzo Romano, ai confini della Ciociaria. Si colloca nel grande centro doroteo, per l’esattezza nelle file dei forlaniani. E si avvicina al potente ex ministro dei Lavori pubblici Giovanni Prandini, con il quale vive anche una delle tante disavventure giudiziarie di Tangentopoli (accusa di tangenti Anas), prima prescritta e poi cancellata. Da allora entra per lungo tempo nel purgatorio delle cariche elettive, ma non della politica. Perché finisce precipitosamente la Prima Repubblica e lui decide che non può stare con i dc che guardano a sinistra. Contribuisce quindi, insieme a Casini, a fondare il Ccd e poi l’Udc (vedi BUTTIGLIONE Rocco). Marco Follini gli dà fiducia affidandogli la segreteria politica, cosa che gli fa conoscere alla perfezione il partito in tutte le regioni» (Roberto Zuccolini).
• Dopo lo scandalo Anas «lasciò pro tempore la politica. Fondò una società di pubbliche relazioni, la Global Media, associandosi con una damazza che restò impigliata in una storia di prostituzione a Montecitorio con gente dell’entourage di Max D’Alema. Cesa non c’entrava nulla: è solo per dire la iella. Allora, Casini per toglierlo dai guai in cui continuamente si cacciava, lo riportò nell’Udc, gli ficcò una manovella in pancia e prese a usarlo come un giradischi per fargli dire quello che vuole lui» (Giancarlo Perna) [Grn 17/9/2012].
• «L’onorevole Lorenzo Cesa è l’unico segretario di un partito nel quale comanda un altro. Ma lui, invece di domandarsi perché, ha sempre l’aria di uno che ha appena finito la pennichella. Sarebbe un testimonial perfetto, per la camomilla Sogni d’Oro: nulla riesce a fargli perdere la pazienza» (Sebastiano Messina).
• «Quando fa una dichiarazione in tv suscita due tipi di interrogativi. Se non dice niente, com’è il più delle volte, ci si chiede se ci è o ci fa. Se invece c’è del succo in quel che dice, ci si domanda se parli lui o sia il ventriloquo di Pier Ferdinando Casini, la star del partito. In ogni caso si prova simpatia per un uomo così impacciato e ostentatamente modesto che sembra scusarsi di apparire sul teleschermo. Bisogna invece essere degli esperti per cogliere nello sguardo cosiddetto da pesce lesso di Lorenzo un sottofondo di vispa furbizia. Più esattamente, quella suprema specie di astuzia che consiste nel tenere un profilo basso per agire meglio nell’ombra» (Giancarlo Perna).
• Pare aver accettato l’incarico di segretario dell’Udc «a malincuore» (Fog). «Quando dice che lui non ha smaniato per diventare segretario, “dice una cosa che può sorprendere ma è vera”, conferma Bruno Tabacci. Perché nell’Udc nessuno come Cesa – amico di Casini e di Follini – era l’uomo del potere vero. E con quell’ombra nel passato – carcere, condanna per tangenti e proscioglimento nel 2005 – Cesa ha dimostrato di “aver fegato a passare in prima linea, sotto i riflettori”, dice uno dei dirigenti dell’Udc» (Fabio Martini).
• «È spesso costretto a sfidare il ridicolo al posto del suo leader Pier Ferdinando Casini» (Alberto Statera).
• Nuovamente indagato nel 2006 dalla Procura di Catanzaro e dall’ufficio Antifrode del Parlamento europeo. Mattia Feltri: «Pare che il segretario abbia ricevuto fondi comunitari (due milioni e mezzo di euro) diretti a società di cui è stato socio, e poi quei fondi abbiano seguito percorsi diversi e poco limpidi». Nell’aprile 2008 è stata avanzata al gip dal sostituto procuratore di Catanzaro Salvatore Curcio la richiesta di archiviazione per Cesa, il senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli e il generale della Guardia di Finanza Walter Cretella.
• Sfiorato dall’inchiesta su Enav e Finmeccanica nel 2011. «Uno dei primi indagati, Tommaso Di Lernia, ha detto di aver versato 200 mila euro in contanti al tesoriere del partito, Naro. Soldi che, secondo la sua ricostruzione, erano destinati a Pierferdinando Casini e a Lorenzo Cesa» (Maria Elena Vincenzi) [Rep 23/11/2011].
• La trafila di inchieste nelle quali è stato coinvolto pare avesse fatto storcere il naso a molti montiani ai tempi della compilazione delle liste per le elezioni del 2013.
• A capo della I Borghi srl fino al novembre del 2012, «una società privata destinataria di cospicui finanziamenti pubblici,  che aveva in concessione esclusiva l’Auditorium della Conciliazione, a Roma, e ha avuto accesso a fondi statali, regionali, provinciali e comunali» (Sergio Rizzo) [Cds 3/1/2013].
• Per anni alleato di Silvio Berlusconi nella Casa delle Libertà, la sera del congresso che sancì la fusione tra Forza Italia e An e la nascita del Pdl disse: «a Berlusconi faccio tanti auguri, a Fini ne faccio tantissimi». [Mattia Feltri, Sta 7/9/2010].
• Da segretario dell’Udc ha guidato il partito alle elezioni politiche del 2013 in alleanza con Scelta Civica di Mario Monti (coalizione alla Camera, lista unica al Senato). Sostenitore della rielezione di Giorgio Napolitano e della nascita del governo di larghe intese.
• L’allenaza con Monti naufragò dopo pochi mesi: «“Dovevamo fondare un partito insieme e all’improvviso quello invece va in conferenza stampa e osa dire che noi dell’Udc cerchiamo solo quote di potere... No, dico: siamo impazziti?”. Negli uffici dell’Udc hanno messo al lavoro tecnici ed esperti di flussi elettorali, e cosa hanno scoperto? Secondo i risultati consegnati a Pierferdinando Casini, se l’Udc di fosse presentata da sola nella passata tornata elettorale avrebbe, “nel peggiore dei casi”, raggiunto il 4,8%. Da qui, il rammarico di “aver prestato sangue a Monti”. Usano esattamente questa metafora brutale. “Sì, perché gli abbiamo prestato un sacco di voti, e per noi i voti sono sangue”» (Fabrizio Roncone) [Cds 20/6/2013]. Rottura ufficializzata il 22 ottobre 2013 dal consiglio direttivo di Scelta Civica. Nel novembre 2013 è tra gli organizzatori dell’Assemblea Popolare per l’Italia, «nuovo soggetto politico per dare vita alla casa dei moderati».
• Subito dopo le elezioni 2013 aveva promesso di cedere il posto da segretario del partito.
• Gaffe quando nel luglio 2007, in margine allo scandalo che vide coinvolto il deputato Udc Cosimo Mele (festino a luci rosse durante il quale una delle due donne che lo intrattenevano ebbe un malore), propose una specie di indennità contro le tentazioni, per favorire il ricongiungimento tra le famiglie e i parlamentari lontani da casa, «perché la vita del parlamentare è dura, la solitudine è una cosa molto seria». «Sull’unica iniziativa personale presa in vita sua, si rovesciarono frizzi e lazzi in tale quantità che dovette intervenire Casini. Fu brutale: “l’indennizzo per i ricongiungimenti familiari è una sciocchezza”. Così, Cesa capì che era meglio se smetteva di pensare, poiché per fare di testa propria avrebbe dovuto innanzitutto averne una. Da allora, è rimasto fedele al proposito» [Perna, cit.].
• Nel 2009 il Giornale, rilanciando un’inchiesta del 1999 che coinvolgeva la sua allora socia in Gobal Media e che riguardava alcuni presunti festini hard a Montecitorio, tira nuovamente fuori il suo nome. Riceve la solidarietà di Silvio Berlusconi («su Cesa non c’è nulla di nulla ma basta un titolo per criminalizzare una persona»), alla quale replica: «non ho mai partecipato a festini, né ho mai frequentato minorenni o persone che fanno uso di droga. Rispetto tutti, ma non accetto solidarietà da nessuno, in particolare dal Presidente del Consiglio».
• «Come diceva Churchill, un politico guarda alle prossime elezioni mentre uno statista guarda alle prossime generazioni… Ragazzi, mi raccomando, noi facciamo i politici» [Salvatore Merlo, Fog 14/7/2012].
• Testimone dello sposo alle nozze fra Pier Ferdinando Casini e Azzurra Caltagirone (27 ottobre 2007).
• Sposato con Caterina, due figli.