28 maggio 2012
Tags : Manlio Cerroni
Biografia di Manlio Cerroni
Pisoniano (Roma) 18 novembre 1926. Imprenditore. Presidente del Consorzio laziale rifiuti (Colari). Nella sua tenuta di Malagrotta, 250 ettari nel quadrante ovest di Roma, la più grande discarica d’Europa, ha smaltito dal 1975 all’ottobre 2013 l’immondizia prodotta della Capitale e dalla Città del Vaticano. «Paperone dell’immondizia dal cuore cattocomunista» (Malcom Pagani).
• «Fuori dai confini laziali, l’ottavo re di Roma continua ad essere conosciuto solo dagli addetti ai lavori. Merito soprattutto della riservatezza con la quale Re Manlio ha saputo costruire sulla spazzatura e sui fanghi di scarto un impero gigantesco, capace di operare a Brescia come in Australia, a Perugia come in Romania, in Puglia come in Albania. E poi Francia, Brasile e Norvegia, perché sul suo impero non tramonta mai il sole. Il tutto senza una holding di controllo, senza una banca di riferimento, senza una sola poltrona accettata nel mondo della finanza o della politica. Cerroni ha messo su un impero a ragnatela, con decine di società che fatturano almeno 800 milioni l’anno, ma poi lo trovi socio di riferimento solo della metà di Malagrotta e di poco altro. Per il resto, preferisce operare in consorzi locali dove compaiono le varie municipalizzate dei rifiuti e dell’energia, dove è complicatissimo capire chi comanda a termine di codici, ma dove a mezza bocca tutti dicono che comanda sempre lui. E dove non c’è lui ci sono le figlie (a Perugia e a Brescia) o collaboratori legati da rapporti ultratrentennali. Secondo stime ufficiose che circolano in ambienti bancari, l’impero di Cerroni varrebbe oltre due miliardi. Ma non essendosi né quotato né indebitato, sono cifre molto aleatorie. La sua forza non è solo l’evidente potere che gli conferisce il fatto di essere presente in mezzo mondo e di essere “il monopolista assoluto dello smaltimento rifiuti” nei comuni di Roma, Ciampino, Fiumicino e della Città del Vaticano (come ha scritto nel 2004 la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti). La sua abilità è anche quella di non aver mai frequentato quei salotti della capitale dove il potere romano si annusa, si struscia, ammicca, si esibisce e alla fine si mescola in una macedonia ricca più di veleni che di vitamine. Al massimo “l’Avvocato”, come lo chiamano con deferenza i suoi dipendenti senza stare tanto a sottilizzare se alla laurea in Legge sia seguita anche l’abilitazione professionale, lo puoi incontrare a piedi per l’Eur o sul suo Suv, mentre controlla personalmente le discariche di Malagrotta (con i suoi 250 ettari, la più grande d’Europa) o i terreni di Albano laziale (ai Castelli)» (Francesco Bonazzi).
• «Controlla termovalorizzatori, discariche e impianti di trattamento rifiuti in giro per il mondo. Il suo regno si estende dall’Argentina all’Australia, passando per Brasile, Egitto, Oman e Lituania. Oggi, secondo stime prudenziali, il valore del gruppo potrebbe superare i due miliardi di euro» (Fittipaldi e Palladino, cit.).
• «Non si è mai quotato né indebitato, non ha una banca di riferimento, non ha mai accettato le avance parlamentari. Vive solo di rifiuti, e dalle sue colline controlla la politica. Il vantaggio competitivo “conquistato sul mercato” se lo è preso, però, senza gare d’appalto» (Corrado Zunino) [Rep 8/3/2013].
• Con una lettera a pagamento sui giornali, il 1° ottobre 2013 ha annunciato la chiusura, dopo anni di polemiche, della discarica di Malagrotta. Progetti futuri: «La realizzazione del capping che impegnerà 1.200.000 metri cubi di materiali inerti, 600 mila metri cubi di argilla e 1.200.000 metri cubi di terreno vegetale e che vedrà la messa a dimora di oltre 340 mila piante per realizzare il parco naturale. Il tempo previsto è di 4/5 anni. La gestione post-operativa durerà almeno 30 anni e cioè fino al 1 ottobre 2043». Poi l’apertura di una discarica di Monti dell’Ortaccio, nonostante il no dell’ex Ministro dell’ambiente Corrado Clini.
• L’Unione europea aveva intimato all’Italia la chiusura di Malagrotta entro il 2007. Sebbene fosse già stata dichiarata satura nel 2008, l’emergenza rifiuti da anni in atto a Roma e l’incapacità dei politici di trovare un’alternativa avevano fatto sì che ogni anno venisse concessa una proroga. Era infatti chiaro che se Cerroni avesse deciso «domattina di chiudere i cancelli di Malagrotta, in una settimana Roma avrebbe surclassato Napoli nel problema dei rifiuti» (Mattia Feltri) [Sta 5/1/2011].
• Per l’avvocato (come è chiamato Cerroni dai suoi collaboratori) «Malagrotta è stata la fortuna e la salvezza di Roma, facendo risparmiare ai romani oltre due miliardi di euro rispetto alle quotazioni di mercato» (a Emiliano Fittipaldi e Andrea Paladino) [Esp 5/7/2013]. Se è vero che ha sempre fatto prezzi di favore alla Capitale per lo smaltimento dei rifiuti, «è anche vero che il mercato è tutto suo. Dai rifiuti ricava metano. Con i contributi statali ha costruito un impianto con cui produce energia elettrica, e la rivende» (Feltri, cit.).
• Molte le indagini che negli ultimi anni lo hanno riguardato: «La gestione di Malagrotta e l’inquinamento delle falde acquifere; il sequestro del gassificatore entrato in funzione con un’autocertificazione irregolare; gli impianti per la produzione di cdr (combustibile ricavato dai rifiuti) che Cerroni ha realizzato ad Albano Laziale; e la recente vicenda dei lavori senza autorizzazione a Monti dell’Ortaccio. Per ognuna le ipotesi di reato sono diverse: associazione a delinquere, truffa, traffico illecito di rifiuti» (Desario).
• In uno studio del 2011 l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) «aveva denunciato: “una contaminazione diffusa delle acque sotterranee, esterne e interne al sito, da parte di metalli e inquinanti”. Cerroni, dal canto suo, ha sempre ribadito che la discarica non inquina perché isolata dal terreno con un polder di protezione e non rilascia alcuna esalazione nociva. Ora gli esperti del Politecnico di Torino stanno realizzando uno studio sullo stato delle acque di Malagrotta» [Fat 18/2/2013].
• Nel 2005, senza che nessuno se ne accorgesse, la giunta regionale di Francesco Storace stese due ordinanze con cui consentiva l’allargamento della discarica e la costruzione di un gassificatore per la produzione dell’energia elettrica. Lo si scoprì dopo la vittoria di Piero Marrazzo, che garantì ai residenti di Malagrotta che avrebbe bloccato tutto. Ma non bloccò nulla. Il gassificatore è stato completato e si dibatte su quanto inquini e quanto sia pericoloso.
• Proprietario dell’emittente RomaUno Tv, prima all news della Capitale.
• La figlia Monica è presente in 17 società del padre.