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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Claudio Cavazza

• Bologna 4 maggio 1934 – Roma 6 giugno 2011. Industriale. È stato presidente di Sigma-Tau Spa Industrie farmaceutiche riunite, da lui fondata nel 1957. Dopo la sua scomparsa «i quattro figli Silvia, Enrico, Francesca e Martina cui fa capo la maggioranza della holding capogruppo Sigma Tau Finanziaria, e lo zio Paolo, che controlla una quota minoritaria, hanno scelto di ritirarsi dalla gestione operativa» [Roberta Scagliarini, Cds 15/4/2013].
• Sergio Dompé, presidente dell’omonimo gruppo farmaceutico: «Un imprenditore illuminato che aveva a cuore il futuro del settore farmaceutico e del proprio Paese, e che seppe far crescere la sua azienda sino alle recenti acquisizioni negli Usa» [Sergio Bocconi, Cds 7/6/2011].
• Prodotto più famoso il Rekord B12, soprannominato «il “tonico della primavera” e il toccasana nelle convalescenze, presto diventato uno dei farmaci più venduti in Italia e all’estero» (ibid.). «Ha origini lontane e grandi ambizioni secondo il principio “innanzi tutto il metabolismo”: il Carnitene. Nata per proteggere il mitocondrio e favorire il metabolismo dei grassi, ha oggi un ruolo di salvavita e di utile strumento nelle deficienze cardiache, nella gravidanza, nella lotta allo stress e altro ancora» (Cesara Buonamici).
• Nominato Cavaliere del Lavoro nel 1987, è stato Presidente di Farmindustria dal 1986 al 1992 e poi membro del comitato di Confindustria. Laurea honoris causa in Strategie internazionali d’impresa conferitagli dalla Libera Università degli Studi Internazionali.
• Nei primi anni Novanta finì nello scandalo delle mazzette all’allora ministro della Sanità Francesco De Lorenzo: «40 milioni raccolti tra gli industriali e versati in nero a De Lorenzo. Ma strada facendo le contestazioni sono aumentate. Già, perché Giampaolo Zambeletti, ex manager dell’omonima casa farmaceutica poi passata a un gruppo straniero, ha raccontato ai magistrati di un’altra colletta ben più consistente. Secondo Zambeletti si tratterebbe di qualche altro centinaio di milioni, raccolto tra i soci di Farmitalia e poi consegnato al ministro della Sanità» [Cds 5/7/1993].
• Giocò un ruolo nella cosiddetta battaglia di Segrate che vedeva contrapposti Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti tra il 1990 e il 1991. Cavazza possedeva poco meno del 5% de L’Espresso, una quota piccola ma importante per il controllo dell’intero gruppo. Si rifiutò però di venderla a Berlusconi nonostante le pressioni di Bettino Craxi. [Marco Benedetto, Blz 9/6/2011].
• Era appassionato di arte e musica jazz.
• Al centro di un giallo, nel gennaio 2011, per via del quadro Allegoria di Mario Sironi. Il dipinto gli era stato rubato nel 1999 e il furto regolarmente denunciato. In qualche modo era però finito ad un’asta pubblica e da lì acquistato nel 2011 per 40 milioni di vecchie lire dal collezionista veneziano Guido Trevisan, che se lo vide subito posto sotto sequestro. Trevisan fece causa, vinse il primo grado ma Cavazza fece appello: la sentenza è fissata per il 2014. Secondo il collezionista il quadro rubato a Cavazza non era Allegoria, ma un altro: «Il dipinto che ho acquistato rappresenta una figura virile, muscolare, che brandisce una mazza bianca. È datato dall’autore 1925. Misura 48 cm per 31,5. Mentre il cavaliere del Lavoro Cavazza, nella denuncia, scrive che l’opera raffigurerebbe un martello, misurerebbe 30 cm per 20 e sarebbe datata 1930. Cioè cinque anni dopo» [Marisa Fumagalli, Cds 23/1/2011]. Replica di Cavazza: «Il furto, avvenuto nel ’99, fu regolarmente denunciato. Trevisan acquistò l’opera successivamente, messa all’asta, nonostante la provenienza illecita. Gli autori del furto sono stati condannati. Il Sironi sequestrato dai carabinieri è, per disposizione dell’autorità giudiziaria, in mia custodia in attesa di sentenza definitiva sulla proprietà del quadro» (ibid.).