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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Biagio Cava

• Quindici (Avellino) 16 ottobre 1955. Camorrista, capo del clan omonimo (operante nell’area del Nolano e di Quindici, al confine tra le province di Napoli ed Avellino). In lotta, a Quindici, con il concorrente clan dei Graziano, lotta che dura dagli anni Ottanta, quando arrivarono a Quindici cento miliardi di lire per la ricostruzione della Valle di Lauro distrutta dal terremoto. Clan alleato: i Fabbrocino.
• Pluripregiudicato, detenuto a Poggioreale dal 16 ottobre 2006, quando venne arrestato per estorsione aggravata. Era il giorno del suo compleanno. Il 12 marzo 2007 condannato a dieci anni.
• Accusato di essere l’autore della strage di Scisciano (1991, tre morti). Viene prosciolto, ma nel 1994, mentre è in carcere, gli ammazzano il padre, Vincenzo, cinquanta colpi di pistola, tutti in faccia. Sottoposto di nuovo a custodia cautelare in carcere nel 2013 (mentre è detenuto), per lo stesso reato (come mandante, sulla scorta delle dichiarazioni di alcuni collaboratori), l’ordinanza è stata annullata in sede di riesame, perché gli indizi sono ritenuti insufficienti.
• Nel febbraio 2002 lo arrestano all’aeroporto di Nizza, mentre sta per imbarcarsi per New York, con 18 mila dollari in tasca. A marzo gli notificano un’ordinanza per il tentato rapimento di Salvatore Luigi Graziano (eseguito da uomini travestiti da carabinieri). È ancora in carcere, il 26 maggio 2002, quando a Lauro vengono ammazzate in un agguato la figlia Clarissa, di sedici anni, la sorella Michelina, di 53 anni, la cognata, Maria Scibelli, di 50 anni (strage di Lauro, unica sopravvissuta la primogenita, Felicetta, allora diciannovenne, che però è finita su una sedia a rotelle). Causa, una rissa tra Felicia e Clarissa da una parte, Stefania Graziano (figlia del fu Eugenio) e sua madre Alba Scibelli dall’altra. Salvatore Luigi Graziano, nonno e suocero delle due offese (dette “Chiarelle”), organizzò la vendetta così: Stefania, la sorella Chiara e la madre, a bordo di un’Alfa 147, tamponano sulla strettoia di via Cassese l’Audi 80 su cui stanno le tre parenti di Cava; dall’altra parte le urta frontalmente la macchina di Salvatore Luigi e Antonio Graziano. I due scendono, Salvatore spara un colpo, Antonio trentasei. Biagio Cava passò la notte a gridare vendetta (Stefania e Chiara Graziano si presero 10 anni, Chiara Manzi 14, la Scibelli l’ergastolo).
• Nel maggio 2004 esce dal carcere, assolto in primo grado per il tentato sequestro di Graziano, e sottoposto a misura di sorveglianza per evitare la ripresa della faida. Si rende subito irreperibile.
• Quando la famiglia si trasferisce in un villino a Pago di Vallo, la polizia aspetta il giorno del suo compleanno, sicura che lo passerà lì. Sessanta i militari intervenuti, il boss viene sorpreso nel nocelleto sul retro della villa.
• Il 12 marzo 2007 viene condannato, in primo grado, a dieci anni, per estorsione, con l’aggravante di avere agito nell’interesse del clan (pena ridotta a otto anni in appello, la sentenza è diventata definitiva il 27 gennaio 2009). Il 5 giugno 2008 è stato colpito da un’altra ordinanza di custodia in carcere, per estorsione, detenzione armi, spaccio stupefacenti, ecc. (“Operazione Alleanza Nolana”, in tutto 49 le ordinanze a carico di soggetti ritenuti associati al clan Cava, e un sequestro di beni per il valore di 160-180 mila euro). (a cura di Paola Bellone).