28 maggio 2012
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Biografia di Luciana Castellina
Roma 9 agosto 1929. Giornalista. Figlia unica di Gino, rappresentante di commercio milanese, e di Lisetta Liebmann, ebrea triestina. Ha sposato Alfredo Reichlin, dal quale ha avuto due figli: Pietro e Lucrezia. «Ci siamo sposati nel 1953 e separati nel 1958. Volendogli molto bene ho sofferto nel lasciarlo. Ho impiegato anni a elaborare il distacco. Fu come tagliarsi un braccio. E non per la causa che condividevamo ma per il rapporto che avemmo. In ogni caso, siamo sempre restati amici». Dopo il divorzio, è stata per anni la compagna di Lucio Magri. Ha fatto politica prima nella Fgci, poi nel Pci. Fu tra i fondatori del Manifesto e tra gli animatori del Pdup. Pacifista a oltranza con la rivista Guerra e Pace, poi di nuovo nel Pci di Alessandro Natta. A Rifondazione per dirigere Liberazione, infine di nuovo con gli ex compagni del Pci (Pds, Ds, Pd).
• «L’abbronzatura sempre leggendaria, l’abito naturalmente di lino, i sandali di cuoio cuciti a mano. Mezzo secolo di battaglie per la sinistra non hanno mai limitato o punito la sua eleganza. Anzi. Hanno aiutato una donna vera, intera, moglie-madre-compagna-signora a diventare un esempio per molte donne più giovani» (Barbara Palombelli).
• «Ha la straordinaria virtù di persistere in bellezza, spregiudicatezza o incuranza, e sa come sfidare e bastonare il tempo. L’avete tutti presente, spero, la dirigente e militante comunista passata al Manifesto e a mille avventure politiche sempre con la ferma intenzione di vivere e, adesso, di raccontarsi in libri e interviste che alla fine versano sul crepaccio dell’amore come tema quasi esclusivo. La Castellina ha lo charme di un grande viso pieno di luce in un magnifico corpo, ma più ancora il fascino del movimento continuo, di un attaccamento inquietante ma beato alle grandi idee sbagliate del Novecento, e poi la radice romana e la vita borghese, ma con l’internazionalismo come correttivo ideologico e mondano» (Giuliano Ferrara) [Fog 30/7/2012].
• «I figli sono al centro della mia vita, forse lo capiscono adesso che hanno i loro. Lucrezia ha adottato una piccola cinese, meravigliosa, Schu. Pietro è il padre di un Alfredo Reichlin dotato, come dice suo nonno, “di un’arroganza dalemiana” e, come dico io, di una puzza sotto il naso pari a quella del mio ex marito».
• «Nel dopoguerra dipingevo e la mia fonte intellettuale erano le mostre che mi facevano scoprire Picasso, il surrealismo, la Scuola romana e, sempre tramite le esposizioni d’arte, l’antifascismo e la Resistenza. Frequentavo il famoso Tasso, avevo come compagni Citto Maselli, Sandro Curzi, Lietta Tornabuoni. Erano colti, intelligenti, comunisti, dirigevano il circolo del Liceo classico: timidissima decisi di fare il mio esordio con una conferenza sul cubismo e me la cavai in maniera egregia. Per fare propaganda imparavo a memoria slogan oscuri di cui capivo a malapena il significato» (a Mirella Serri) [Sta 5/1/2013].
• Nel dicembre 2011 non accompagnò Lucio Magri in Svizzera per assisterlo nella sua decisione al suicidio assistito. «Sarebbe stato particolarmente difficile andare, perché fino all’ultimo ho combattuto per impedirgli di farlo. E alla fine lui lo ha fatto di nascosto. È partito senza dirmelo, altrimenti lo avrei dissuaso» (ad Antonio Gnoli) [Rep 28/7/2012].
• Nel febbraio del 2011 ha pubblicato La scoperta del mondo per Nottetempo, diario di quattro anni di vita dal 25 luglio 1943 all’ottobre del 1947, dove raccontava parte della sua formazione comunista, finalista del premio Strega. Nel 2012 Siberiana, sempre per Nottetempo, cronaca di un viaggio in treno da Mosca a Vladivostok sulla Transiberiana.