28 maggio 2012
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Biografia di Felice Casson
Chioggia (Venezia) 5 agosto 1953. Magistrato. Senatore (eletto coi Ds nel 2006, col Pd nel 2008 e nel 2013). Membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa e vicepresidente della commissione Giustizia. Nel 2005 candidato sindaco di Venezia per il centrosinistra (sconfitto al ballottaggio da Massimo Cacciari).
• È tra i magistrati che per un giornalista diffamatore recidivo esigono l’interdizione, da uno a tre anni, come pena accessoria obbligatoria e non più facoltativa [Rep 21/10/2012].
• Convinto della costituzionalità della legge Severino (vedi Paola Severino), nei lavori della giunta per le Elezioni del Senato si è opposto vittoriosamente al tentativo del centro-destra di rinviare alla Consulta la legge. Ha quindi favorito la decadenza dal seggio senatoriale di Berlusconi e la sua ineleggibilità per quattro anni [Gds 12/07/2013].
• Figlio di pescatori, laurea con lode a Padova con tesi sul sequestro penale, poi «indagatore implacabile dei misteri d’Italia, dalla strage di Peteano alla scoperta di Gladio, dall’incendio della Fenice al processo del Petrolchimico» (Roberto Bianchin).
• Ne La fabbrica dei veleni (Sperling & Kupfer, 2007) ha raccontato le indagini sul Petrolchimico: «Cominciò tutto in una afosa giornata d’agosto quando, nell’ufficio del magistrato, a Venezia, entrarono un anziano avvocato e Gabriele Bortolozzo, un operaio del petrolchimico di Marghera che da anni denunciava i rischi di chi lavorava alla produzione del cloruro di polivinile che con la sigla Pvc è una delle materie plastiche più diffuse al mondo. Casson lo ricorda bene, il documento che gli consegnarono: “Leggo, ma non credo a quello che leggo. Rileggo e mi sembra una denuncia fuori dalla realtà”. Possibile che l’azienda sapesse tutto ma, come avrebbe rivelato un documento, preferisse “correre dei ragionevoli rischi” piuttosto che “affrontare oggi perdite di produzione e costi sicuri per evitare conseguenze possibili in futuro”? Le indagini sarebbero durate anni e anni» (Gian Antonio Stella).
• Furibondi attacchi da Francesco Cossiga (1928-2010), indignato per la sua inchiesta su Gladio, che arrivò a definirlo «efebo di Venezia» («fumisterie sessantottine» le indagini): «Trovai che i due accenditori a strappo che innescarono l’autobomba di Peteano venivano da un nascondiglio di Gladio. Cossiga si scatenò. Poi un anno dopo raccontò tutto su stay behind».
• Critico verso la magistratura che definisce «un mondo ormai autoreferenziale», accusa il Csm di «comportamenti poco chiari, ai limiti della correttezza e della legittimità istituzionale» e dice che nell’opinione pubblica «i giudici riflettono un’immagine negativa».
• Milanista, sa a memoria la formazione che il 28 maggio 1969 sconfisse 4-1 l’Ajax di Cruijff vincendo la sua seconda Coppa dei Campioni: «Quello è stato il Milan più forte di sempre».
• Sposato con la giornalista Milva Andriolli (Venezia 3 dicembre 1962).