28 maggio 2012
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Biografia di Caterina Caselli
• Sassuolo (Modena) 10 aprile 1946. Ex cantante. Produttore discografico. Vicepresidente del gruppo Sugar (Andrea Bocelli, Elisa, Negramaro, Malika Ayane, Raphael Gualazzi, ecc.): «Mi piace pensare a noi come a una bottega del Rinascimento. Noi siamo prima di tutto artigiani, poi diventa un discorso industriale».
• «Una protofemminista sui generis. Viveva in una piccola frazione di Sassuolo: nel 1964 finì dritta a Castrocaro, allora fucina di talenti; e nel 1965 la notò al mitico Piper di Roma il futuro suocero, mettendola sotto contratto con la CGD dove nacque la partecipazione al Festival dell’anno successivo. Furono, i suoi, successi strepitosi fra un Festivalbar e un Cantagiro: Perdono, 100 giorni, cover come Sono bugiarda, Il cammino di ogni speranza, Il volto della vita e quel gioiellino di Paolo Conte ripreso massicciamente ancora oggi che s’intitola Insieme a te non ci sto più. Già allora era una pasionaria: trasportava un entusiasmo naturale, arietino, nell’interpretazione; sembrava credesse sempre a ciò che cantava, sembrava dovesse durare per sempre. Finì invece» (Marinella Venegoni).
• «Mia madre, giovane sposa, si è trovata sola, papà è stato nove anni in Libia. Erano poveri, lei si è inventata un lavoro, ha fatto la magliaia, il suo lusso era potersi comprare un rossetto e un paio di calze».
• «L’ambiente della provincia, prima Magreta poi Sassuolo, non era certo d’aiuto. La fortuna fu di leggere dietro la scuola che frequentavo una targa, “Maestro Calligari insegnante di musica e di canto”. Ho talmente insistito a casa che finalmente una mia zia mi portò a un’audizione. Il verdetto fu “Acerba ma con molta musicalità e timbro originale”, e questo mi incoraggiò».
• Boom al Festival di Sanremo del 1966 (col mitico “casco d’oro”): «Dopo tre serate in televisione era cambiato tutto. Allora Sanremo aveva il monopolio, lo guardavano tutti. Daniele Pace, un autore importante, mi portò Nessuno mi può giudicare, mi disse che era per Adriano Celentano, che però stava incidendo qualcos’altro, potevamo approfittarne, poi ho saputo che stava incidendo Il ragazzo della via Gluck, quindi meglio così, per tutti e due, solo che la canzone era un tango, allora si portavano, e io dissi che non se ne parlava proprio, avevo tutt’altro temperamento. La incidemmo alla mia maniera e andammo a Sanremo. Da lì è partito tutto».
• Smise di cantare nel 1971, dopo le nozze con Piero Sugar e la nascita del figlio Filippo: «Bisognava fare un 45 giri ogni tre mesi, e ogni volta più forte del precedente. Ero stanca. Mi sono fatta cullare, io avevo sempre lavorato, da quando avevo sedici anni. Col matrimonio e la maternità ho scoperto il mio lato femminile che avevo trascurato molto, come succede quando bisogna fare la locomotiva e tirare il carrozzone per tutti. E poi per me cantare significava soprattutto fare concerti in giro e quello, dopo la nascita di mio figlio Filippo proprio non lo potevo fare più. Ci sono stati momenti difficili, ma soprattutto perché non capivo ancora bene come avrei potuto rimanere a contatto con la musica, poi ho trovato la mia strada».
• «Mia madre? È una madre molto poco italiana, moderna, mai apprensiva e ossessiva» (il figlio Filippo).
• È nonna di tre nipotini Greta, Alessandro e Nicola.
• Ha cantato di nuovo nel 2012, in occasione del Concerto per l’Emilia, show benefico in favore delle popolazioni terremotate.
• «Cantare è qualcosa di ineguagliabile. Oggi trovo grande soddisfazione nell’essere un gradino per gli altri».