28 maggio 2012
Tags : Vittorio Casale
Biografia di Vittorio Casale
Parma 25 maggio 1960. Immobiliarista. Già proprietario del gruppo romano Operae. Amico di Giovanni Consorte, ex presidente di Unipol, noto per avere portato in Italia il gioco del Bingo. Soprannominato l’immobiliarista rosso. Proprietario mancato di squadre di calcio (Salernitana, Bari, Bologna).
• «Ex militante del partito repubblicano (“negli anni Ottanta, quando ero ragazzino”), massone per tradizione di famiglia (“lo era già il mio bisnonno”), dichiara di simpatizzare per il centrosinistra» (Paolo Foschi). Coindagato di Giovanni Consorte in relazione a una girandola di compravendite immobiliari con Unipol, Glenbrooker e Pirelli Real Estate, nel 2007 la Procura di Roma gli sequestrò 55 milioni di euro (quindici in contanti, circa quaranta in azioni e immobili). Soldi frutto di una plusvalenza per la vendita di 133 immobili precedentemente acquistati dal patrimonio di Unipol per 250 milioni di euro: somma considerata dalla Procura inferiore al loro valore effettivo. Nel 2013 i due ex massimi dirigenti di Unipol, Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, sono stati assolti dall’accusa di concorso in appropriazione indebita per la vicenda legata alla dismissione degli immobili dell’istituto assicurativo.
• Finito in numerose inchieste. Dal buco da 20 milioni di euro nei conti della Faro Assicurazioni, a “furbettopoli” agli affitti in nero, fino all’arresto, il 14 giugno 2011, con l’accusa di bancarotta fraudolenta. «In sostanza stando all’inchiesta delle Fiamme Gialle, Casale avrebbe utilizzato una quindicina di operazioni di trading immobiliare attraverso quattro sue società, tutte controllate dalla sua “Operae spa” e tutte fallite nel dicembre scorso. Edifici di pregio, come quello di piazza Parlamento 18 a Roma (valutato circa 60 milioni), o in piazza Castello a Milano. Affari conclusi tra il 2004 e il 2008 e capaci di generare grosse plusvalenze distribuite ai soci sotto forma di dividendi (ma su cui non sarebbero state pagate né le imposte dirette né l’Iva, sottraendo 20 milioni di euro all’Erario)» (Enrico Lagattolla) [Grn 15/6/2011].
• «Ha ammesso di aver pagato “una casa in Via Giulia, perché fu Papa (Alfonso, il magistrato diventato nel 2008 parlamentare Pdl - ndr) a pretenderla” e precisa che la pretese al centro di Roma. “Cominciò a farsi sotto dopo che furono pubblicate le intercettazioni tra me e Consorte inerenti la vicenda Unipol/Bnl (...) mi disse che ero fortemente attenzionato dalla Procura di Milano (...) mi disse che poteva darmi una mano (...) fece riferimento a miei presunti rapporti con D’Alema riferiti alla scalata Unipol/Bnl che invece non vedevo da vent’anni”» (Fiorenza Sarzanini) [Cds 16/6/2011].