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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Rosaria Carpinelli

• Milano 1954. Manager. Agente di autori come Gianrico Carofiglio, Margaret Mazzantini, Melania Mazzucco e Filippo Timi.
• Laurea in Filosofia della Scienza, inizi da semplice redattore alla Bompiani, poi alla Frassinelli e alla Sperling & Kupfer, dove fu direttore editoriale. Chiamata in Rizzoli come direttore editoriale, fu poi responsabile dell’intera divisione libri della RCS. Dal 2005 al 2008, direttore editoriale della Fandango Libri: nella casa editrice di Domenico Procacci rimane consulente pur decidendo di mettersi in proprio e creare un’agenzia letteraria (la Consulenze editoriali srl). Tra gli autori scoperti e lanciati nel periodo romano, il napoletano Maurizio de Giovanni.
• «Si avviava verso una carriera di ricercatrice universitaria, esperta di logica induttiva. Infatti, da Roma si trasferisce per un paio d’anni in Finlandia per approfondire i suoi studi. È al ritorno in Italia che il corso delle cose subisce una svolta, quando Rosaria entra nella redazione della Bompiani allora diretta da Raffaele Crovi. Lì incontra uno studioso che aveva già conosciuto a Helsinki: è Umberto Eco, che nell’anno di grazia 1980 consegna al suo editore un romanzo destinato a un successo senza precedenti, Il nome della rosa. “Eco è stato il mio maestro in campo editoriale. Frequentava spesso la Bompiani sia come direttore di collana, sia come autore. Ma l’esperienza davvero formativa l’ho fatta seguendo il suo romanzo. Io ero molto giovane e lo vedevo già come un mito. Lo chiamavamo il Professore. Arrivava in redazione e diceva: la sapete l’ultima?, gli piaceva raccontare barzellette, poi si lavorava e quando c’era un dubbio in un passaggio del romanzo, diventava un grande maestro: si sedeva lì, accanto a noi, e ci spiegava perché aveva scelto una parola piuttosto che un’altra”. Intanto, il Professore aveva affidato a Rosaria Carpinelli la cura della rivista “Versus” e delle collane che dirigeva» (Paolo Di Stefano).
• «Tra i miti, nella scuderia Bompiani il decano era, in quegli anni, Alberto Moravia: “Lo ricordo impaziente con il cane sul terrazzo assolato della sua casa sul Lungotevere, mentre chiacchieravo con sua moglie Carmen. Oppure a Viareggio seduto in spiaggia sotto l’ombrellone vestito di tutto punto”». Oriana Fallaci un’altra figura che la affascinò: «Mi ha insegnato il rigore del sacrificio: dedizione e passione. Era infaticabile, perfetta nel lavoro di redazione. Nel trovare i refusi batteva i correttori, non mollava mai e i miei momenti di scoraggiamento erano sempre compensati dalla sua ricchezza e dal suo entusiasmo. Aveva cambiamenti repentini: passava dallo humour alla curiosità alla rabbia. Dove non aveva cedimenti era nella difesa di un principio: l’italianità e le radici. Faceva regali bellissimi e sempre molto mirati ai gusti delle singole persone, anche le più umili. Una personalità magnetica, che faceva di tutto per conquistarti». E poi Dacia Maraini: «Passava le estati nella sua casa di Pescasseroli a mettere a punto i suoi romanzi: io andavo a trovarla per rileggere l’ultima stesura. Dacia è una lavoratrice instancabile fino a raggiungere la perfezione, ma la lettura e la correzione del testo si alternavano a lunghe camminate in montagna, sia d’estate che d’inverno. A un certo punto lei chiudeva tutto e trascinava fuori i suoi ospiti, si andava per monti oppure si usciva a fare una pausa sci di fondo. Lavorare con Dacia era quasi una vacanza» (Di Stefano, cit.).
• Procacci: «Il momento importante per noi coincise con l’arrivo di Rosaria Carpinelli che era l’editor della Rizzoli. Con lei abbiamo rifondato la casa editrice» (Antonio Gnoli) [Rep 9/6/2010]. Si trattò in effetti di «una piccola rivoluzione con il direttore editoriale più tosto in circolazione, Rosaria Carpinelli, fuggita dalla Rizzoli in cerca di tuffi al cuore letterari. Era un’idea, anche se le cose non sono andate sempre benissimo: gli scrittori fashion continuano quasi sempre a pubblicare con le loro comode case editrici, Rosaria Carpinelli dopo qualche anno è tornata a Milano e i nuovi talenti faticano a resistere al richiamo di un solido lavoro in banca (inteso come grosso gruppo editoriale)» (Annalena Benini) [Fog 23/6/2010].
• Quando nel 2010 Rcs si fece soffiare lo Strega per 4 voti (l’esordiente Silvia Avallone sconfitta dal candidato della Mondandori Antonio Pennacchi), in via Mecenate si tornò a parlare di lei, «figura storica che ha lasciato un ottimo ricordo in Rcs e ha mantenuto ottimi rapporti e consulenze per alcune collane e per autori cult come Oriana Fallaci, storica editor di Biagi, colonna portante della grande Rizzoli degli anni d’oro» (Caterina Soffici) [Rif 24/7/2010].
• «Alla Rizzoli ero affezionato al direttore editoriale Rosaria Carpinelli che seguiva gli scrittori con rara competenza professionale. Quando la Carpinelli lasciò la Rizzoli me ne andai anch’io e scelsi Einaudi pur sapendo che la proprietà di quella casa editrice era della Mondadori. Fu dunque nel mio caso una scelta perfettamente consapevole» (Eugenio Scalfari) [Rep 24/8/2010].
• Alla Buchmesse 2012 «nota come rinasca a folate un vivo interesse per libri pubblicati ormai da anni (esempio tipico è Nessuno si salva da solo della Mazzantini, che è appena uscito in Russia con grande successo) e soprattutto che si aprono mercati fino a ieri imprevedibili, al di là dell’Europa. Il passato è una terra straniera di Carofiglio, ad esempio, è fresco di stampa in Vietnam. Al momento senza polemiche su scribacchini e mestieranti» – l’ultimo riferimento è alle polemiche, allora freschissime, tra Carofiglio e l’editor di Ponte alle Grazie, Vincenzo Ostuni, dopo il Premio Strega (Mario Baudino) [Sta 10/10/2012].
• Nel 2013 è la curatrice del concorso Esordire, una gara tra under 40 arrivata alla 7ª edizione.