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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Claudia Cardinale

• (Claude Josephine Rose) Tunisi (Tunisia) 15 aprile 1938. Attrice. «Io non recito, io “sono” il personaggio. Mi calo nella sua pelle fino in fondo».
Vita Figlia di siciliani emigrati a Tunisi: «L’Africa mi ha segnato per sempre. Anche se, quando ci sono nata, erano anni difficili e gli italiani che lavoravano laggiù dovevano conquistarsi la vita giorno per giorno. La filosofia del carpe diem mi viene da allora, dalla Tunisi dove si faticava e si viveva, ma con forza...».
• Poco prima dei 17 anni vinse un concorso di bellezza e fu proclamata l’italiana più bella di Tunisi: «Ero una vera selvaggia, non parlavo con nessuno». Frequentò la scuola tunisina di Paul Gambon, fu ingaggiata per un documentario (Goha) dove fece la donna velata. Per la paura non dormì la notte, cosa che le sarebbe successa per tutta la vita.
• Nel 1958 la famiglia traslocò in Italia e lei si convinse, con quella voce roca e senza sapere l’italiano, di non poter fare l’attrice. Si propose dunque di diventare insegnante, ma una sua foto uscì su una rivista, Mario Monicelli la vide e la convocò per un provino (stavano per partire le riprese de I soliti ignoti): «Era una bella ragazza, veniva da Tunisi e non capiva una parola di italiano. Non sapeva neppure cosa fosse il cinema. Per quello che mi riguardava avrebbe potuto dire anche solo dei numeri».
• Il problema della voce venne risolto facilmente: fu doppiata come accadde poi in quasi tutti i suoi film.
• Il produttore de I soliti ignoti era Franco Cristaldi con la sua Vides. Perse la testa per lei e le fece un contratto di sette anni. Ma venne fuori un problema: la Cardinale era stata violentata e aspettava un bambino: «Le dive non hanno figli illegittimi», le spiegò Cristaldi e le impose di dire in giro che il piccolo - di nome Patrick - era il suo fratellino. Nel 1967, quando la sposò, lo affiliò.
• «Ho lavorato anche incinta, non si vedeva quasi. Quattro diversi film, fino all’ottavo mese di gravidanza». Ha mai più avuto contatti con il padre del bambino?: «Non ho più voluto sapere niente di lui. Certo quando sono diventata famosa lui è venuto a cercarmi, è tornato a farsi vivo. Ma io gli ho sbattuto la porta in faccia. Non parlo volentieri di questa vicenda, che mi ha segnato nel profondo e ha fatto molto soffrire mio figlio».
• Carriera a quel punto inarrestabile. Da ricordare: Un maledetto imbroglio (regia di Pietro Germi, 1959), Il bell’Antonio (Mauro Bolognini, 1960), Rocco e i suoi fratelli (Luchino Visconti, 1960).
• «Ho avuto con Visconti un rapporto di grande tenerezza e amore, fin dal nostro primo incontro per la mia parte in Rocco e i suoi fratelli. È durato tutta la vita, fino alla fine, quando, ormai sulla sedia a rotelle, mi chiese in Gruppo di famiglia in un interno di essere il personaggio a cui teneva di più, sua madre».
• Ancora: La ragazza con la valigia (Valerio Zurlini, 1961), La ragazza di Bube (Luigi Comencini, 1963), 8 e mezzo (Federico Fellini, 1963), Il Gattopardo (Visconti, 1963).
• In 8 e mezzo, per la prima volta, non la doppiarono.
• Sul Gattopardo: «Essere Angelica per me è stata la svolta della carriera. Ancora oggi, dovunque vada nel mondo, mi porto dietro l’immagine con quell’abito bianco. Ma nessuno sa che fu una vera tortura: il corpino era così stretto che quando me lo tolsi avevo una ferita profonda intorno alla schiena. Luchino si stupì che non avessi detto nulla fino alla fine». «Visconti mi ha insegnato moltissime cose. Mi diceva: Claudia, quando arrivi da qualche parte non arrivare a piccoli passi, devi prendere possesso del terreno come fossi una pantera. Tutti pensano di te che sei una gattina da accarezzare. Invece sei una pantera, una tigre, una che, se vuole, divora il domatore».
• In Vaghe stelle dell’Orsa (1965) Visconti non solo non la fece doppiare, ma per incrementarle la raucedine la spinse a fumare ancora di più.
• Esperienza negli Stati Uniti non troppo significativa (lei stessa non sopportava una lontananza troppo lunga dall’Europa). Film principale: La pantera rosa (1963).
• Lasciato Cristaldi, all’inizio degli anni Settanta si unì al regista Pasquale Squitieri (conosciuto sul set del film I guappi): oltre a dargli una figlia (Claudine), ne avrebbe interpretato la maggior parte dei film.
• Altri titoli da segnalare: C’era una volta il West (Sergio Leone, 1968), Il giorno della civetta (Damiano Damiani, 1968), Nell’anno del Signore (Luigi Magni, 1969), Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (Luigi Zampa, 1971), Gruppo di famiglia in un interno (Visconti, 1974), Fitzcarraldo (Werner Herzog, 1981), Claretta (Squitieri, 1984) ecc.
• «E pensare che io ero complessata, all’inizio della mia carriera. Non mi sono mai trovata bella. Il mio segreto evidentemente è che io captavo la luce, e forse ancora la capto, sono fotogenica. E trasmetto emozioni».
• Alberto Moravia rimase talmente folgorato dalla sua sensualità ipnotica che scrisse su di lei, anzi, con lei, un libro-intervista, dal titolo La dea dell’amore: «Parlava del mio corpo come di un oggetto sospeso nello spazio. I nostri incontri avvenivano nella sua casa di piazza del Popolo. Elsa Morante se ne stava nella stanza accanto. No, non era gelosa. Stavamo seduti uno di fronte all’altra. Lui batteva direttamente a macchina le risposte che gli davo. Però era molto nervoso, forse era emozionato, le mani gli tremavano, e la macchina da scrivere spesso gli cadeva per terra. Stavamo per lunghissimo tempo zitti. Lui non diceva niente e io non dicevo niente».
• «Per molti anni ho avuto il dubbio di non essere preparata a recitare dal vivo. Solo con Visconti ho affrontato film che avevano struttura e modalità un po’ teatrali. Finché ho trovato la preziosa guida di Maurizio Scaparro e mi sono decisa a fare prosa, con La Venexiana. Ho superato lo scrupolo dettato dal mio tipo di voce».
• Numerosissimi riconoscimenti. Tra gli altri: Leone d’oro alla carriera (Venezia, 1993), David speciale alla carriera (1997), Nastro d’argento europeo (2000), Orso d’oro alla carriera (Berlino, 2002), Pardo d’oro alla carriera (Locarno, 2011).
• Ha raccontato la sua vita ad Anna Maria Mori in Io Claudia, tu Claudia (Frassinelli). Ne Le mie stelle ha parlato «di tutte le star che ho incontrato».
• Squitieri le ha dedicato (con la collaborazione di Giordano Bruno Guerri) la serie tv in otto puntate Claudia Cardinale. Vita di un’italiana, «storia del nostro Paese attraverso l’avventura professionale, i successi, i film, le confessioni di una diva che tutto il mondo ci invidia» (Gloria Satta), trasmessa da Odeon Tv. Stefano Mordini ha ricostruito la sua vita in Being Claudia Cardinale.
• Nel 2008 ha ricevuto la Legion d’Onore, l’onorificenza più alta attribuita dalla Repubblica francese. L’edizione americana del magazine di cinema Première l’ha messa al 77° posto nella classifica delle star più sexy nella storia del cinema.
• Nel 1979 è diventata nonna di Lucilla, figlia di Patrick; nel 2013 di Milo, figlio di Claudine. «Detesto la parola nonna. La proibisco a mia nipote Lucilla: mi chiama Claudia».
Critica «Lo smagliante oggetto di desideri e sogni di migliaia di uomini» (Giuseppina Manin).
• «Monumento alla bellezza sensuale e mediterranea» (Laura Laurenzi).
• «Una delle attrici più riservate e più amate della storia del cinema, più che mai assediata dai media, simbolo universale di stile» (Gloria Satta).
Frasi «L’obiettivo, le cineprese e le telecamere sono totalizzanti. Io però sono uscita dallo star system, ho lasciato alle mie spalle i contratti che vincolavano la vita, le relazioni, l’aspetto. Ho dato più peso a figli, uomo, casa e interessi».
• «Sono stata tutto, puttana, principessa, mafiosa, donna del popolo... Si vive una sola volta, è importante trasformarsi davanti alla macchina da presa, ma anche non perdere i rapporti con se stessi, non perdersi...».
• «Non mi piace vedere tutto quel nudo, seno di fuori, sedere di fuori, ombelico di fuori, perché? Mi dà fastidio tanta esibizione. Ai miei tempi ho sempre detto di no no e no quando volevano che mi spogliassi sul set. Mi sembrava di vendere il mio corpo».
• «Oggi il problema delle attrici, ma anche degli attori, è che non fanno sognare, non hanno magia. Ma non dipende da loro. È l’occhio del regista che deve trasformarti in quello che lui vuole, unito alla sapienza degli operatori e dei direttori della fotografia. E io ho avuto i migliori del mondo».
• «Non rifiuto i film dei debuttanti e chiedo pochi soldi, so che spesso il problema più grosso è quello, e allora accetto cachet bassi. E poi sono pronta a viaggiare, spostarmi anche in capo al mondo. Da piccola il mio sogno era fare l’esploratrice, posso dire di esserci riuscita...».
• «Quando mi rivedo al cinema, sul grande schermo, mi dico: ma non sono io quella! È un’altra. È l’altra! È Claudia! Mentre io sono Claude, il mio vero nome, pronunciato alla francese».
Religione «La preghiera per me è silenzio e armonia con l’aldilà, anche a Parigi mi piace pregare nelle chiese quando sono vuote».
Politica «Non sono né di destra né di sinistra e non mi piace la piega che han preso certe signore che conosco: esser di destra vorrà mica dire conciarsi come le prozie sceme delle Veline?».
Impegno civile È madrina di un’associazione per la lotta contro l’Aids. Dal 2000 è ambasciatrice dell’Unesco. Si batte soprattutto a difesa dei diritti delle donne.
• «Ricorda La ragazza con la valigia? Ecco, io sono rimasta così, sempre in viaggio, sempre attiva» (a Fulvia Caprara) [Sta 2/2/2013].
Vizi Grande fumatrice.
• Oggetti dai quali non riesce a separarsi: il vestito con cui arrivò per la prima volta a Venezia, «bianco, molto aderente, con una scollatura quadrata», la fascia con la scritta “La più bella italiana di Tunisi”, il pullover di Rock Hudson, un anello («molte fedine incrociate che s’incontrano a formare un cuore»), dono di Franco Rosi e sua moglie Giancarla.
• «Mangio come un uccellino, bevo solo un bicchiere di vino rosso, faccio molta ginnastica e vado a piedi. E poi mi curo moltissimo e modifico sempre il trucco, il taglio dei capelli e il modo di vestire».
• «Non nascondo i segni e le ombre del volto, sono la testimonianza silenziosa di tutta una vita».
• «Sono un tipo ultrafedele per natura».
• «Io non chiacchiero molto. Scrivo a me stessa, e poi straccio tutto. Nella vita si è anche molto soli».