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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Luca Carboni

• Bologna 18 ottobre 1962. Cantante. Autore. Esordio nel 1976, a quattordici anni, con il gruppo Teobaldi Rock, con cui pubblicò un 45 giri. Si affermò poi nella seconda metà degli anni Ottanta con canzoni caratterizzate da musiche di derivazione rock tipo Ci stiamo sbagliando ragazzi (1984), Ho bisogno d’affetto (1987), Silvia lo sai (1987), Mare, mare (vincitrice del Festivalbar del 1992), Inno nazionale (1995). Ultimo singolo Luca lo stesso (2015).
• «Un ragazzotto con le palpebre un po’ a mezza serranda, che pareva appena alzato, e bofonchiava qualcosa tipo: “Ci stiamo sbagliando ragazzi”. E tutti dicevano: ma questo qui c’ha la zeppa, la calata bolognese, ma chi è questo che vuol copiare Vasco Rossi? Ma il ragazzo Luca Carboni non è che volesse copiare poi chissà chi, aveva appena fatto un disco con Gaetano Curreri degli Stadio e Lucio Dalla, e quel disco, complice anche la Mtv, sarebbe stato la rivelazione del 1984» (Massimo Del Papa) [L43 1/10/2013].
• Lui che ascoltava De Gregori e si ritrovò travolto dall’onda del punk. «Ho sempre giocato a unire gli opposti: oggi collaboro con Fabri Fibra ma ascolto ancora Guccini» [Stefano Landi, Cds 11/11/2015].
• Ha pubblicato dieci album di inediti. Nell’ultimo disco, la raccolta Fisico & Politico, uscito nel 2013 per celebrare i suoi trent’anni di carriera, ha duettato con amici artisti come Jovanotti, Elisa e Fabri Fibra. [Vty 9/2013].
• «Il rap ci ha messo vent’anni ad andare in classifica, ma oggi è il genere più fresco. Lo ascolto per cercare nuovi punti di vista. Il pop avrebbe bisogno di meno prudenza per crescere. L’artista che ha preso la strada migliore è Cesare Cremonini»[Stefano Landi, Cds 11/11/2015].
• Quarto di cinque figli (tre maschi e due femmine); padre impiegato in una azienda di giocattoli per bambini e mamma casalinga.
• «Sono cresciuto in una generazione che viveva di rapporti fisici: la nostra vita era in strada, l’avventura era andare in centro, conoscevamo un cortile del mondo. Mio figlio e suoi amici si frequentano a distanza, è tutto mediato da uno strumento, ma con i social network sono proiettati ovunque» [Stefano Landi, Cds 11/11/2015].
• «È l’uomo più misterioso del music-business italiano. Un tipo tanto riservato e quieto che potrebbe fare qualunque mestiere al mondo meno che il suo, di cantautore: il quale gli ha invece sempre riservato un riscontro onorevole, malgrado l’allarmante assenza del narcisismo che si nasconde dietro ogni artista» (Marinella Venegoni).
• «I cantautori storici hanno almeno 10 anni più di me, miei coetanei sono Luca Barbarossa ed Enrico Ruggeri che hanno un po’ scelto altre strade; poi si passa subito a quelli con 10 anni in meno».
• «Ho iniziato a suonare incarnando la voglia di essere diverso dagli anni in cui le ideologie si prendevano l’arte e quindi la musica. Il nostro bisogno di insostenibile leggerezza la rivedo nei giovani d’oggi» [Stefano Landi, Cds 11/11/2015].
• Ultimo singolo Luca lo stesso: «Che ci volesse un fisico bestiale per resistere agli urti della vita, lo aveva cantato in tempi non sospetti. Luca Carboni torna a essere il più suonato dalle radio. La sua Luca lo stesso è Disco d’Oro: “Il pop è conservatore, in Italia non è mai cambiato. Non c’è mai stato uno strappo, per questo il mio linguaggio non è mai passato di moda” racconta, affidando al ritornello della canzone il segreto del suo (ritrovato) successo “Amami ancora adesso, sono sempre Luca lo stesso” dopo l’esordio estivo (il pezzo è uscito ad agosto 2015) sta diventando un tormentone autunnale» [Stefano Landi, Cds 11/11/2015].
• Nel ’95 in Inno nazionale c’erano le prime avvisaglie dei pericoli del razzismo. Luca lo stesso attacca su «chi sogna una patria senza vicini». «L’immigrazione è il fenomeno dei tempi moderni. In passato ho cantato il pericolo di chi predica la chiusura, partiti come la Lega. Ma oggi la politica si è ridicolizzata, dietro la capacità affabulatoria c’è poco nulla» [Stefano Landi, Cds 11/11/2015].
• Il 18 febbraio 2016 inizierà da Milano il nuovo tour: «Suonerò nei piccoli club: posti dove ero sempre stato da spettatore, ma senza mai suonarci. Lo faccio per avvicinarmi alla gente e condividere la musica». Ci saranno sorprese, ma non rivoluzioni. Luca è lo stesso: inguaribile romantico, con la luce degli anni 90 tatuata sul cuore [Stefano Landi, Cds 11/11/2015].
• «In questi giorni ricevo complimenti da gente di ogni età: la canzone esalta vari punti di vista sull’amore, alla fine esce il lato più ingenuo del sentimento. Il pezzo ha il sapore del passato». Ed è la fiamma degli anni Novanta che si riaccende. O forse non si era mai spenta. «Per molti ero sparito da tempo: in realtà avevo solo rallentato. Mi ero messo a dipingere, facevo esperimenti musicali. Non vivo questo ritorno come una rivincita, anche se mi riempie di gioia sapere che la mia musica è ancora contemporanea. È la dimostrazione che si può essere creativi per sempre. E penso a Picasso, ultraottantenne in una stanza a fare qualcosa di nuovo» [Stefano Landi, Cds 11/11/2015].
• «Non ho nulla da rinnegare del mio passato. Tutto, gli errori e i tocchi magici, sono stati miei. È stato un viaggio bellissimo» (a Cecilia Uzzo).
• Tifa per il Bologna. Parte con «la maglia del Bologna 7 giorni su 7»: «Me la mettevo sempre quando giocavo nei cortili; avevo quelle di Pietro Battara e di Giuseppe Savoldi, un idolo».
• «Amo talmente disegnare fumetti che prima o poi farò un film a cartoni animati, me lo sento».
• Un figlio, Samuele (1999, presente nella copertina di Senza titolo), avuto dalla compagna Marina Vanni, con cui convive dall’89: I giovani? «Li vedo attraverso gli occhi di mio figlio, che oggi ha 16 anni» [Stefano Landi, Cds 11/11/2015].