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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Carlo Caracciolo

• Firenze 23 ottobre 1925 – Roma 15 dicembre 2008. Editore. Presidente onorario del Gruppo Editoriale L’espresso (la Repubblica, L’espresso e i quotidiani locali della Finegil). Caracciolo è un nome popolare a Napoli: «Dicono: “Caracciolo e monnezza a Napoli non mancano mai”».
• Figlio di Filippo (sottosegretario nel primo governo Badoglio, console a Lugano ecc.) e Margaret Clarke, americana. Fratello di Marella (vedova di Gianni Agnelli). «In Italia c’era l’Avvocato, c’è il Cavaliere, c’è l’Ingegnere. E c’è anche il Principe. Carlo Caracciolo, principe di Castagneto, duca di Melito. L’uomo che ha fatto grandi L’Espresso e la Repubblica. Qualcuno lo chiama Dottore. Qualcuno Presidente. Il personale di servizio, a casa, lo chiama Don Carlo» (Claudio Sabelli Fioretti). Dice che solo i posteggiatori lo chiamano Principe: «“Tutto sotto sterzo, Principe”». La moglie Violante lo chiamava «Rag., per ragioniere».
• «Le lunghe e tribolate discussioni con Arrigo Benedetti ed Eugenio Scalfari, l’esperienza del settimanale lenzuolo che denunciava Capitale corrotta = nazione infetta oppure il formato A4 “che ci fece triplicare le vendite”, le tante battaglie civili e le campagne stampa degli anni ruggenti, dal caso generale Giovanni De Lorenzo ai referendum su divorzio e aborto, dal terrorismo al caso Leone-Quirinale. Una stagione d’oro cui seguì negli anni Settanta la nascita della Repubblica, che segnò una vera svolta nel mondo dell’editoria e portò all’incontro con Carlo De Benedetti e Mario Formenton» (Paolo Baroni).
• «Nel 1953 Gianni Agnelli aveva sposato mia sorella Marella, ed era pertanto mio cognato. L’anagrafe non implicava, ovviamente, complicità né politiche né finanziarie. Ma non era facile spiegarlo ai governanti del tempo e a quella fetta di opinione pubblica che in loro più direttamente si riconosceva. Prima che congiunti, Gianni Agnelli e io eravamo amici. Chiunque poteva ricordare di averci visti una sera insieme, a Torino o a Roma, in barca o comunque in vacanza».
• Fu partigiano nella Brigata Matteotti. «Repubblicano. Poi socialista, prima di Craxi. Poi comunista, Pds, Ds eccetera».
• Amori: la madre di sua figlia Jacaranda e sua moglie Violante Visconti di Modrone: «Ce ne sono state anche altre».
• Amicizie pericolose: Carboni, Pazienza, Calvi... «Mi piace avere rapporti con persone fuori dagli schemi. Gli imbroglioni sono simpaticissimi. Ma Pazienza e Calvi non sono mai stati miei amici. Carboni sì. Con lui ho buonissimi rapporti. Mi sommerge di prosciutti e formaggi sardi». Mitici i suoi poker con Gigi Melega, Jas Gawronski, Claudio Rinaldi: «Gawronski era il più bravo. Le analisi più interessanti del gioco le faceva Rinaldi. Melega era il più coraggioso».