28 maggio 2012
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Biografia di Alessandro Campi
Catanzaro 15 febbraio 1961. Politologo. Dal 1997 insegna Storia del pensiero politico a Perugia, dove si laureò nel 1986. Direttore della Rivista di Politica. Dal 1999 al 2002, segretario generale della Fondazione Ideazione.
• Ideatore e direttore scientifico fino al marzo 2013 della Fondazione Farefuturo, intellettuale di riferimento di Gianfranco Fini, fu il principale ispiratore della rottura di quest’ultimo con Silvio Berlusconi e con il Pdl. Nel settembre 2010 consigliò pubblicamente a Fini di dimettersi da presidente della Camera per aver le mani libere e guidare il nuovo partito, Futuro e Libertà, senza condizionamenti istituzionali (non ascoltato). Si è poi allontanato da Fini criticando la svolta terzopolista di Fli e l’alleanza con l’Udc di Casini e Scelta Civica di Mario Monti: «Si è passati da una fase di costruzione di un altro centrodestra – moderato, non populista, incentrato su legalità e diritti – a una nebulosa fatta di aperture a sinistra in chiave tattica, di rautismo di ritorno, il tutto alternato a un linguaggio cattolico moderato».
• Autore del Mussolini uscito nella collana L’identità italiana del Mulino nel 2001, nel 2007 pubblicò L’ombra lunga di Napoleone. Da Mussolini a Berlusconi (Marsilio) in cui «dimostra con dovizia di fonti come N. (Napoleone) fu il consapevole modello di M. (Mussolini). Ma tra quest’ultimo e B. (Berlusconi) la “filiazione” o addirittura la “reincarnazione” in chiave democratica appaiono, con gli occhi di oggi, ancora più lampanti» (Filippo Ceccarelli). Da ultimi ha pubblicato per Rubbettino Cronache da Narni. L’ultima battaglia del Cavaliere (2011).
• Con la collaborazione del direttore del Museo Centrale del Risorgimento Marco Pizzo, nel 2013 ha curato la mostra Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo. 1513 – 2013, in occasione dei cinquecento anni della composizione del trattato di dottrina politica.
• Scrive per Il Messaggero e per Il Mattino.
• «Ho sempre avuto la passione per la politica, nonostante a casa mia, a Catanzaro, se ne parlasse pochissimo. Il fatto è che per papà Arsiero, viterbese spedito in Calabria nel ’56 col battaglione antimafia dei Carabinieri, la politica era un tabù quasi imposto dall’Arma. Non ho mai saputo per chi votasse. Mamma Domenica invece votava per la Dc, ed era una persona eccezionale. Pensi che quando noi figli, io ed i miei fratelli Stefano e Natale cominciammo ad essere grandicelli, lei si rimise a studiare» (a Claudio Sampaolo) [il Giornale dell’Umbria 21/11/2010].
• Sposato con Maria Cristina. Appassionato di corsa e trekking.