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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Duccio Camerini

• Roma 23 luglio 1961. Regista, sceneggiatore, attore. Nipote del regista Mario Camerini.
Regista: tra i film diretti Nottataccia (1992) e Bruno aspetta in macchina (1996).

• Sceneggiatore: ha scritto per la tv alcuni episodi di Gente di mare e Don Matteo; per il cinema ha scritto la sceneggiatura di Sbirri (2009) per la regia di Roberto Burchielli.
• Attore: ha interpretato, tra gli altri, il film Alza la testa (2009) di Alessandro Angelini e L’ultimo papa re (2013) miniserie tv per la regia di Luca Manfredi. Per il teatro dirige testi propri, classici e contemporanei, tra cui Moravia, Cechov, Campanile, Scola, Shakespeare, Molière.
• Autore: scrive per Papaleo, Wertmuller, Catania, Noschese, Lante della Rovere, Brachetti. Nel 1997 fonda La Casa dei Racconti, compagnia di cui è drammaturgo e che produce L’impero dei sensi di colpa (1997), Sciacalli (1998), Tribu (2000), Mondo Secondo (2002), Tanfo (2003), Orienti (2004), Scoppio d’amore e guerra (2005), I sonetti di Shakespeare (2006), Bambinacci (2007), Vita, morte e miracoli del 1799 (2007), Oedipus on the top (2009/2010) e Immaginaria commedia (2012), ballata su emigrazione e arte. Del 2012 Antonio, Cleopatra e io (2012) dove «... facciamo il punto sulle relazioni tra uomo e donna. Raccontiamo le difficoltà delle coppie di oggi... E allo stesso tempo mostriamo la sublimazione dell’amore vissuto dai due personaggi storici, provando che anche loro dovevano vedersela con i fallimenti, le emancipazioni e le meschinità reciproche. Perché Antonio e Cleopatra, in fondo, sono dei Romeo e Giulietta invecchiati, che, dopo la passione, devono fare i conti con le difficoltà della vita reale» (Rosanna Scardi) [Cds 25/1/2013].
«Il teatro è in crisi? È una voce che gira da quando la mamma allattava Eschilo».
• « ... anche negli spettacoli più manieristici, insopportabili, pomposi o zuccherosi che siano, c’è nel teatro una fondante umiltà del fare che questo mondo ignobile e snaturato non è riuscito a toglierci. Un attore, infatti, per quanto possa darsi delle arie e sentirsi un padreterno, per quanto possa essere sovrastrutturato fino alla patologia, dovrà uscire di casa e portare il suo culo su un palcoscenico, se vuole guadagnarsi la paga. E la possibilità di essere ascoltato... questo mi fa pensare, tutte le volte che mi capita di vedere un buono o un cattivo attore, a quella frase di Goethe: "Merita la libertà e la vita solo chi sa conquistarle ogni giorno"».