28 maggio 2012
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Biografia di Carlo Callieri
Vittorio Veneto (Treviso) 29 aprile 1941. Industriale. Carriera alla Fiat, lasciata nel 1998 insieme a Cesare Romiti. Nel 2000 sembrava favorito nella corsa alla presidenza di Confindustria, fu invece sconfitto al ballottaggio (piuttosto nettamente) da Antonio D’Amato. In seguito vicepresidente della Compagnia Sanpaolo (presidente della Fondazione per l’Arte quando acquistò per la cifra record di 2,75 milioni di euro il controverso “Papiro di Artemidoro”, vedi CANFORA Luciano). Nel 2008 ha ricevuto il Premio Rotondi ai salvatori dell’Arte per aver presieduto la fondazione mista Stato-Regione-Enti privati che ha condotto il restauro della reggia di Venaria Reale: «Ti prende una felicità furente a vedere cosa hanno fatto insieme destra e sinistra. Un misto di fierezza e di rabbia. Fierezza perché mai si era visto negli ultimi decenni, in Italia, uno sforzo corale di queste dimensioni in cui sono stati messi soldi e intelligenza, cultura e saggezza, abilità artigianale e agilità burocratica. Rabbia perché il risultato di questa collaborazione è così stupefacente che ti domandi cosa sarebbe, questo nostro Paese, se la stessa generosità istituzionale dimostrata a Venaria, senza gli insopportabili distinguo e gelosie, dispetti e odii tra partiti e coalizioni, venisse dispiegata sui mille fronti che irritano e angosciano gli italiani» (Gian Antonio Stella).
• «Nel 1979 era capo del personale di Fiat auto. Fu lui, insieme ai vertici dell’azienda, a stilare la lista dei 61 operai da licenziare perché contigui al terrorismo. Una scelta che provocò non poche proteste a sinistra» (Paolo Griseri): «Alla fine di settembre Prima Linea aveva ucciso Carlo Ghiglieno, dirigente della pianificazione strategica di Fiat auto. Era chiaro che chi aveva compiuto l’azione poteva contare su solide complicità in fabbrica. Per questo decidemmo di agire. Avevamo già preparato da tempo un elenco di persone contigue ai collettivi operai della Fiat. In una quindicina di casi le indagini hanno poi dimostrato che avevamo visto giusto. Informammo i sindacati il venerdì sera, i licenziamenti arrivarono il lunedì. Parlammo con Cgil, Cisl e Uil. Per la Cgil ricordo che contattai Fausto Bertinotti. Reagirono molto male. Ma non era quella la reazione che ci interessava di più. Era piuttosto quella dei capi e degli operai che ci dissero: “Era ora, avete fatto bene”. Lo sciopero di protesta indetto il lunedì fu un fallimento».
• «“Generale” incaricato di riportare la fabbrica sotto controllo. Ci riuscì, usando il pugno di ferro, senza preoccuparsi del guanto di velluto» (Gabriele Ferraris).
• «Callieri, che dorme dentro la fabbrica e gira armato di pistola, è soprannominato John Wayne» (Lucrezia Dell’Arti) [Set 11/10/2013].
• Nel 1980 fu l’ispiratore della “Marcia dei Quarantamila” (vedi ARISIO Luigi): «Il progetto iniziale era un incontro al Teatro Nuovo: fui io a suggerire il corteo, dissi che mi sembrava stupido chiudersi lì dentro, dove la città non li avrebbe visti. Loro erano titubanti, temevano che non venisse gente. Li convinsi: a Torino i capi Fiat erano diecimila, bastava un po’ di passaparola e sarebbe arrivata una folla. Così fu».
• Memorabili i suoi confronti, iniziati nel 1971, con Bruno Trentin (con cui scrisse nel 1997 Il lavoro possibile): «Lui ha sempre avuto la fama di duro, un mastino delle trattative. L’altro, dalla parte opposta del tavolo, ugualmente determinato, aveva un tratto aristocratico, marcatamente intellettuale. Diversi nello stile Callieri e Trentin. “Ci univa la stessa convinzione sulla centralità del lavoro nella società e la passione nel promuovere la formazione e la dignità dei lavoratori”» (Enrico Marro).
• Dal 2000 al 2007 opinionista per il Secolo XIX. Nel 2008 ha pubblicato Paranoia, passione e ragione (Anicia editore).
• Dal 2011 al 2013 presidente del Gruppo Tessile Miroglio Sps di Alba.
• Nel dicembre 2012 indagato insieme a Umberto Rosa per la vicenda della scissione di Snia (attività chimiche) da Sorin (attività biomedicali) con l’accusa di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio i conti dal 2004 al 2010, quando Snia è stata dichiarata insolvente. Oltre a Rosa, presidente e ad di Snia dal 1999 al 2008, e Callieri, presidente della stessa fino al gennaio 2006, tra gli indagati figurano Emilio Gnutti e Giovanni Consorte, membri del cda che ha deliberato la scissione nel maggio 2003 e diventata effettiva nel gennaio 2004» [Rep 4/12/2012].