28 maggio 2012
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Biografia di Francesco Caio
• Napoli 23 agosto 1957. Manager. Amministratore delegato di Poste Italiane (dal 14 aprile 2014). Da giugno 2013 a marzo 2014 supercommissario dell’Agenda Digitale Italiana. Dal 2011 al 2013 amministratore delegato di Avio (aereonautica e spaziale). Già vicepresidente per l’investment banking in Europa di Lehman Brothers, e presidente dell’European Advisory Board. Si è fatto il suo nome come amministratore delegato di Telecom (giugno 2007) e di Endemol (gennaio 2008). Nel 2008 e nel 2009 è stato consulente per i governi inglese e italiano nella definizione delle politiche industriali per lo sviluppo delle reti a banda larga. Suo il “piano Caio” in cui si denunciavano le inadeguatezze del sistema Italia in tema di banda larga.
• Laurea in Ingegneria elettronica al Politecnico di Milano, due Master in Business, è «uno dei più esperti manager di telecomunicazioni in Europa» (Enrico Franceschini).
• Inizi alla Olivetti e alla Sarin (gruppo Stet); cinque anni in McKinsey (1986-91) a Londra (sposa la figlia di un ambasciatore: due figli). Dal 1991 assistente di De Benedetti, che nel 1994 lo incarica di fondare Omnitel. Il 4 luglio 1996 torna come amministratore delegato di Olivetti, che ha il bilancio in rosso da cinque anni. Scontro immediato sulla semestrale: indagine della Consob e della Procura di Ivrea. A settembre se ne va, rompendo i rapporti con De Benedetti («L’unico incidente di percorso che mi imputo è stato portare in Olivetti Francesco Caio»). Due mesi dopo è chiamato come amministratore delegato alla Merloni: per la prima volta un manager esterno affianca Vittorio, il leader di famiglia, nel vertice aziendale: «Merloni voleva un uomo di rottura con la cultura padronale, per andare verso la Borsa. E Caio ha fatto leva sulle sue caratteristiche personali, un forte carisma accompagnato da cultura dell’innovazione» (Alberto Amaglio). Nel gennaio 2000 si dimette dalla carica, ma rimane nel cda; è alla guida di Netscalibur (ne detiene il 5% del capitale insieme a Vittorio Merloni), nuova società Internet costituita da Morgan Stanley. Il 4 aprile 2003 Cable & Wireless, il secondo gruppo di telecomunicazioni britannico, lo chiama per risanare i bilanci. Nel maggio 2005, dopo tre anni di perdite, annuncia un utile di 302 milioni di sterline.
• Alla guida di Avio dal 2011, è stato poi confermato dopo l’acquisto della società da parte di General Electrics. Scelta azzeccata se è vero che «i ricavi sono passati da 1,7 miliardi nel 2010 a 2,3 miliardi nel 2012. E nello stesso periodo il margine operativo è salito da 330 a 430 milioni» (Fabio Tamburini) [Cds 28/10/2013].
• Come “Mr Agenda Digitale” (definizione dello stesso Enrico Letta) non ha percepito stipendio: «L’unico modo per accettare questi incarichi è farlo nello spirito del civil servant». Il suo ruolo è stato quello di super consulente ad personam di Letta. A capo di un board di tre persone (Francesco Sacco, Luca De Biase, Benedetta Rizzo) che rispondeva direttamente al premier e che aveva un ruolo di supporto alla Cabina di Regia e all’Agenzia digitale.
• La sua idea di digitalizzazione della pa: «Ancora oggi quando nasce un figlio è il cittadino che fa da integratore tra i diversi silos: deve andare all’anagrafe, poi alla Asl, poi all’Agenzia delle Entrate (…) Dobbiamo standardizzare il dato e renderlo disponibile, così da evitare al cittadino di dover continuare a correre da una parte all’altra» (a Massimo Sideri) [Cds 21/8/2013].
• Famosa l’affermazione: «Non è più etico gestire i soldi pubblici senza usare questi strumenti. Gestire fatture cartacee che non si sa dove finiscono e a chi vanno i soldi… Non è più concepibile» [R24 21/10/2013]
• «Piace all’area meno governativa del Pdl, non dispiace ai moderati del Pd, piace a Mario Monti, di cui è considerato un emulo. Qualcuno lo considera un “Bondi giovane” per il carattere roccioso e fumantino (si racconta di lui che fa volare oggetti nell’ufficio se arrabbiato) È amico personale di Enrico Letta, alter ego di Passera» (Arturo Di Corinto) [Rep 13/6/2013].
• Schivo, è sempre in predicato per le poltrone più pesanti. Nel gennaio 2013, prima della nomina a supercommissario, si parla di un suo possibile ritorno in Merloni (Giorgio Lonardi) [Rep 28/1/2013].
• «La cosa bella di Francesco Caio è che, nonostante la brillante carriera, non ha mai mutato il suo look. Che è sempre quello di un Eta Beta stempiato, larghi occhiali e abiti scuri, baffi e barba cortissima a coprirgli il sottogola da orecchio a orecchio» (Valeria Sacchi).
• «Il suo frenetico percorso professionale divide gli studiosi in due categorie: da una parte c’è chi dice che i cambiamenti troppo vorticosi nella carriera di un manager sono un cattivo segno; altri invece sostengono che passare da una società all’altra è sinonimo di vitalismo» (Dagospia) [Dag 31/3/2012].