Rassegna, 26 maggio 2012
Berlusconi: «Doppio turno e presidenzialismo». No degli altri partiti
• In una gremita Sala Koch di Palazzo Madama, Silvio Berlusconi e Angelino Alfano hanno presentato la «grande proposta politica»: elezione diretta del presidente della Repubblica e doppio turno elettorale alla francese. Il tutto coincide però con la candidatura del Cavaliere al Quirinale. E non solo per via della gaffe del segretario al suo fianco, che lo ha chiamato «presidente della Repubblica». L’ex premier non ha escluso affatto l’eventualità: «Non ho ambizioni ma ci sono delle responsabilità a cui nessuno si può sottrarre. Farò quello che mi chiederà il Pdl». Scrive Lopapa (Rep) che «la bozza presentata non è neppure una novità. È il ddl di riforma presidenziale della Costituzione depositata mesi fa da Peppino Calderisi e altri 135 deputati Pdl. “La presenteremo sotto forma di emendamento al Senato, non appena il ddl già all’esame in commissione passerà in aula” spiega Alfano. E in ogni caso, ripetono, il provvedimento avviato, che prevede tra l’altro la riduzione del numero dei parlamentari, non subirà contraccolpi». Trascorrono poche ore e sul presidenzialismo piovono i no. Sul modello francese non c’è alcun tabù, mette in chiaro Bersani, «ma non vediamo le condizioni, né politiche né di tempi, per farlo adesso: viene da pensare che attraverso questa via non si voglia fare nulla di nulla». Tradotto da Vannino Chiti: «Nessuna sponda a Berlusconi». Maroni non è da meno: «Il lapsus di Alfano è abbastanza significativo e questo tiro e molla del Cavaliere non fa bene al Pdl e al segretario». Tranchant l’Udc Rocco Buttiglione: «L’idea del Pdl è una dittatura presidenziale».