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 2012  maggio 24 Giovedì calendario

Sul flop in Borsa di Facebook partono le inchieste

• Le azioni di Facebook ieri sono risalite del 4%, chiudendo a 32 dollari. Per l’azienda di Zuckerberg però sono arrivate notizie negative perché la Sec, il Congresso di Washington e i giudici di almeno tre Stati lanciano indagini per scoprire se l’offerta pubblica di acquisto è stata viziata da inganni bancari a detrimento degli investitori. Spiega Molinari sulla Stampa che «Il motivo è la norma 10b-5 del Securities Act del 1934 che proibisce di adoperare “qualsiasi schema, artificio o oggetto” che porti a “omettere o giudicare erroneamente un fatto materiale” inducendo in errore gli investitori. Il sospetto della Sec (la Consob d’America) è che chi ha guidato l’offerta pubblica di acquisto (Ipo) abbia indotto in errore gli investitori sul valore di Facebook, fissando un prezzo nominale dell’azione non corrispondente ai ricavi nei prossimi 12 mesi. Si tratta di un errore da principianti ed il fatto che a compierlo siano state alcune delle maggiori banche di Wall Street desta sospetti. Gli occhi sono puntati su Morgan Stanley, capofila nella collocazione delle azioni, assieme ad altre 32 banche sostenitrici dell’Ipo, ad un numero ancora più elevato di società finanziarie interpellate sulla quotazione e alla stessa Facebook che avrebbe potuto aver interesse ad un prezzo maggiore rispetto a quello reale per risolvere il problema dei profitti in calo nel primo trimestre dell’anno».