Rassegna, 23 maggio 2012
Brindisi, ancora caccia al killer
• L’inchiesta sull’attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi è in una fase di stallo, con centinaia di segnalazioni arrivate negli ultimi due giorni e pochissime certezze, tanto che ancora non si sa se l’attentatore fosse solo oppure avesse dei complici. Dubbi confermati dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri quando, nella sua relazione in Parlamento, ha sottolineato proprio la possibilità che più persone abbiano partecipato all’azione e ha evidenziato come «pur non conoscendo il movente e la mano, sicuramente l’effetto scaturito dall’evento è stato terroristico, nel senso pieno e letterale del termine». Una ricerca spasmodica che ora si allarga a tutto il Paese perché non è affatto certo che l’uomo che ha innescato la bomba sia di Brindisi. E comunque è presumibile che abbia lasciato la città subito dopo lo scoppio.
• Scrive Viviano su Rep che, secondo l’ultima ricostruzione degli investigatori, il killer della strage davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, aveva due telecomandi. Uno per attivare l’innesco e far esplodere le tre bombole di gas, l’altro per bloccarlo. E li ha usati entrambi. La mattina di sabato ha attivato una prima volta l’innesco, forse per provare se funzionava. Poi lo ha spento. Quando è arrivato un primo pull-man, partito da Erchie, è rimasto a guardare. È stato solo poco dopo – quando davanti all’istituto si è fermato un secondo pullman, quello proveniente da Mesagne – che l’uomo apposto dietro il chiosco davanti alla scuola ha azionato il tasto del telecomando. Erano le 7.42. Melissa e le sue amiche hanno avuto solo il tempo di fare pochi passi: le tre bombole del gas sono esplose investendole con una pioggia di schegge e avvolgendone alcune nelle fiamme.