Rassegna, 16 maggio 2012
Nessun accordo sul governo, la Grecia torna al voto
• L’ultimo tentativo del presidente greco Karolos Papoulias di creare un governo tecnico è fallito dopo poche ore. Ieri aveva convocato i tre leader dei partiti principali più la Sinistra Democratica e gli Indipendenti Greci. Gli stalinisti del Kke avevano rifiutato l’invito, i neonazisti di Alba d’oro erano stati messi al bando. Il loro leader Nikolaos Michaloliakos ha negato in un’intervista all’emittente privata l’esistenza di forni crematori e camere a gas nei campi di sterminio. [leggi Il fatto del giorno] Oggi si rivedono ancora tutti per cercare un’intesa sul primo ministro che dovrà gestire l’amministrazione fino alle elezioni, che dovrebbero tenersi il 10 o il 17 giugno. Se anche su questo nome non dovesse esserci il consenso, Papoulias pensa di nominare Panagiotis Pikrammenos, il presidente del Consiglio di Stato. I sondaggi danno la sinistra radicale di Syriza vincente tra il 20 e il 23%, Nuova Democrazia secondo partito e i socialisti ancora in calo. [Frattini, Cds]
• Negli ultimi dieci giorni i greci hanno ritirato 700 milioni di euro dai depositi bancari. Lo ha rivelato il presidente Karolos Papoulias ai leader dei partiti nelle consultazioni. I prelievi sono avvenuti dopo il voto di domenica 6 maggio. [Frattini, Cds]
• La Grecia ieri ha rimborsato 450 milioni di euro, una tranche rimasta fuori dall’intesa che ha rinegoziato il debito con gli investitori privati. Il Paese, dopo cinque anni, resta in una recessione profonda: il prodotto interno lordo del primo trimestre è in calo del 6,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011. [Frattini, Cds]
• A giugno Atene deve approvare 11 miliardi di nuovi tagli in cambio di un’altra tranche da 30 miliardi prevista dal pacchetto di aiuti internazionali da 130 miliardi. Senza l’assegno firmato Ue-Fmi-Bce il Paese andrà dritto verso il crac. [D’Argenio, Rep]
• Livini su Rep scrive che solo l’Iran, secondo indiscrezioni, vende greggio a credito all’Hellenic Petroleum. Tutti gli altri fornitori vogliono essere pagati in contanti. Gli istituti di credito hanno chiuso i rubinetti e non finanziano più nemmeno le blue chip quotate in Borsa, scrive oggi Ekathimerini.