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 2012  maggio 14 Lunedì calendario

Buco da due miliardi, via tre manager di Jp Morgan

• Lo scandalo da due miliardi di dollari per la Jp Morgan porterà alle dimissioni di tre manager. A lasciare, secondo il Wall Street Journal, saranno Ina Drew, chief investment officer del colosso, Achilles Macris, il responsabile dell’ufficio di Londra che ha effettuato le scommesse andate male e Javier Martin-Artajo, uno dei manager dello staff di Macris. Il tutto poche ore dopo le scuse in tv, davanti a milioni di persone, di Jamie Dimon, il numero uno di Jp Morgan. Dimon ha promesso di andare fino in fondo nello scandalo che ha investito la sua banca. Mentre Washington vuole dare il via libera al giro di vite al proprietary trading, operazioni di Borsa fatte dalle banche in conto proprio e non per intermediare ordini dei clienti. [Cds]

• Mastrollili sulla Stampa ricostruisce lo scandalo Jp Morgan per quello che si è venuto a sapere finora: «La versione romanzesca di questa storia attribuisce tutta la colpa a Iksil, un francese che vive a Parigi e lavora a Londra, e si era guadagnato i soprannomi di “London Whale” e Voldemort, lo spietato nemico di Harry Potter. Lui si sarebbe messo a giocare con i derivati perdendo 2,3 miliardi in quindici giorni, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, ad una media di 153 milioni al giorno. La verità è un’altra, però. Iksil è solo un intermediario, che prendeva ordini dai capi. Rispondeva al Chief Investment Office, la struttura che decideva tutti i grandi investimenti di Jp Morgan, e gestiva un portafoglio di 374 miliardi di dollari. In cima a tutto c’era Ina Drew, investment chief della banca, che riporta direttamente a Dimon e guadagna 15,5 milioni di dollari all’anno. Subito sotto di lei c’è Achilles Macris, responsabile degli investimenti europei dell’istituto, e quindi capo diretto di Iksil. Loro avevano dato l’ordine di fare queste operazioni rischiose sui derivati, proprio per proteggersi dal pericolo di perdite sui turbolenti mercati del Vecchio Continente. Nell’ultimo anno Jp Morgan aveva investito solo il 30% del suo portafoglio in titoli garantiti dal governo americano, scendendo dal 42% del 2010».