Rassegna, 11 maggio 2012
Damasco, due kamikaze fanno più di 50 morti
• Due autobombe a Damasco ieri mattina alle otto hanno causato 55 morti e più di 150 feriti, tra cui molti gravi. Gli obiettivi dei kamikaze erano due installazioni militari: una caserma e la sede della Sezione Palestina dell’Intelligence militare. Ma l’onda delle esplosioni si è riversata sulla gente che, in macchina, stava andando al lavoro in un quartiere popolare. [Stabile, Rep]
• Su Rep Stabile racconta quello che ha visto a Damasco subito dopo i due attentati: «Quando arriviamo sulla tangenziale non è passata più di un’ora da quando, qualche minuto prima delle otto, Damasco è stata scossa dai due boati. La scena che si apre davanti a noi sembra dettata da un’agghiacciante architettura dell’orrore. Decine di macchine sembrano fuse in un unico ammasso fumante di lamiere. L’odore di tutto quello che ancora brucia, gomma, benzina, brandelli di vita umana, è acre e irrespirabile. Un tir che trasportava cemento sembra ridotto ad una carcassa scheletrita, la cabina di guida girata di 180 gradi contro il rimorchio. Una berlina giapponese catapultata in aria è atterrata sull’aiuola che separa le due corsie della superstrada. Un taxi giallo, ricoperto di uno spesso strato di polvere s’è inchiodato con il cofano sul terreno. Dentro, riverso sul volante c’è il cadavere dell’autista. Oltre a provocare un cratere largo più di tre metri e profondo due, le due autobomba, esplodendo, hanno scatenato una pioggia di schegge, pezzi di motore, lamiere taglienti, vetri in frantumi che ha investito non soltanto la superstrada per centinaia di metri, ma anche un edificio di sette piani, la sede dell’Intelligence sugli affari palestinesi (uno dei 22 servizi di sicurezza siriani e, a quanto pare, uno dei più temuti) e, sul lato di fronte, le palazzine del quartiere di Zahra al Jiadida. È qui che sarebbero stati colpiti alcuni bambini che stavano andando a scuola».