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 2012  maggio 09 Mercoledì calendario

Pizzarotti, Benciolini, Isoardi, Quagliaroli, Botteghi, Putti, Mirenda, Fuggetta, Malerba, Zangirolami, Nuti, Rosellini, Del Bino, Lanari…• Chi sono? Nomi con cui dovrà forse prendere dimestichezza

Pizzarotti, Benciolini, Isoardi, Quagliaroli, Botteghi, Putti, Mirenda, Fuggetta, Malerba, Zangirolami, Nuti, Rosellini, Del Bino, Lanari…

• Chi sono?

Nomi con cui dovrà forse prendere dimestichezza. Sono i grillini che hanno corso nelle città maggiori, prendendo parecchi voti e battendo spesso la Lega o l’Udc. Putti a Genova (13,6%) ha fatto meglio anche del Pdl, come Benciolini a Verona, arrivato prima del centro-destra.

• È lecito chiamare tutto questo “boom”?

Lei ha già letto le dichiarazioni del presidente Napolitano. «Di boom ricordo quello degli anni Sessanta, altri non ne vedo» ha dichiarato ieri pensando evidentemente al movimento di Grillo. A una domanda sulle elezioni ha aggiunto: «Ci sono motivi di riflessione per tutti, per le forze politiche e per i cittadini sui rapporti con la politica e sui problemi di governabilità». Il Presidente, come tutti quelli cresciuti alla scuola del Pci, vede come il fumo negli occhi i cosiddetti “movimenti” i quali detestano in genere ciò che per il vecchio partito era primario, cioè l’organizzazione, con i suoi quadri e i suoi statuti. Napolitano ha poi più volte sostenuto pubblicamente l’idea che democrazia e partiti coincidono, e che anzi non può esservi democrazia senza partiti. È un’idea discutibile e teoricamente insostenibile, ma va capita perché la democrazia che abbiamo conosciuto – e in cui ha vissuto Napolitano - è imperniata sui partiti. Come immaginare quindi qualcosa di diverso? È una lunga discussione, da fare se possibile pacatamente. In ogni caso Grillo gli ha risposto per le rime: «L’anno prossimo si terranno le elezioni politiche e, subito dopo, sarà nominato il successore di Napolitano, che potrà godersi il meritato riposo. Sono rimasto a bocca aperta, spalancata, come un’otaria. Ho le mascelle che mi fanno ancora male. Là dove non hanno osato neppure i Gasparri e i Bersani ha volato (basso) Napolitano». Grillo, citando la Costituzione, ha poi ricordato che «il presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale» (articolo 87), dunque «rappresenta anche il Movimento 5 Stelle e anche, dopo queste elezioni, i suoi circa 250 consiglieri comunali scelti dai cittadini. Il boom del Movimento 5 stelle non si vede, ma si sente. Boom, boom, Napolitano!».

• Tutto bene. E però: Grillo e i grillini sono la stessa cosa?

Beh, molti grillini dicono di non conoscerlo o di averci parlato solo per cinque minuti. Grillo lascia fare a quelli di cui si fida. Salvo intervenire all’improvviso se qualcosa non gli quadra. C’è gente a cui ha tolto il marchio 5 stelle (che è suo) durante la campagna elettorale. Poiché è sicuro che non si cadiderà mai, potrebbe accadere questo: che gli eletti col suo marchio saranno controllati da lontano e puniti se sgarreranno senza processi o commissioni disciplinari.

• E tuttavia: che cosa vuole questo movimento in generale? Ci sarà un programma politico, qualcosa…

C’è un programma in 120 punti. Ma il succo si può ricavare dai comizi dello stesso Grillo. Prendiamo quello che ha detto a Parma, lo scorso aprile: vuole prima di tutto che usciamo dall’euro e dall’Europa e che si faccia rivivere la lira. Con questa posizione, molto dura, il nostro comico si guadagna il consenso di tutti quelli a cui pare che la crisi sia stata provocata dalla moneta unica. In questo momento storico significa mettersi davvero con le vele al vento. A Parma se l’è poi presa con l’immigrazione cinese che toglie lavoro agli italiani. E ha aggiunto che bisogna finirla con le tasse, prima di tirare fuori i soldi bisogna sapere «la destinazione d’uso delle tasse», cioè non si deve pagare senza sapere che direzione prenderà il nostro denaro.

Non sono discorsi di destra?

Discorsi di destra, sì. Contro i quali, tuttavia, la sinistra non si scaglia perché poi il bersaglio principale del nostro è la Casta che manderebbe tutta in galera. Bersani preferisce non farci caso: gli innamorati di Grillo sono in genere giovani, appassionati, disinteressati, onesti, spesso precari, ma altrettanto spesso giovani professionisti senza protezioni, a cui la società italiana – connessa non tanto al web come quelli del Movimento 5 stelle, ma alla rete potente degli amici degli amici – fa la faccia feroce o, che forse è addirittura peggio, indifferente. Sarebbe un popolo che in altri tempi si sarebbe impegnato a sinistra. E adesso invece sta in un non-luogo governato da un non-politico attraverso un non-statuto. Non sarà semplice batterlo. I salamelecchi più vistosi glieli ha fatti finora Nichi Vendola. Non mi pare che i grillini se ne siano fatti impressionare. Alle politiche dell’anno prossimo potrebbe esserci sul serio il boom.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 9 maggio 2012]