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 2012  maggio 09 Mercoledì calendario

Altri tre suicidi per colpa della crisi

• Altri tre suicidi in Italia a causa della crisi. Si tolgono la vita nel Salernitano un piccolo imprenditore edile senza commesse da sette mesi e il custode licenziato di un centro di distribuzione commerciale. In provincia di Milano un imprenditore si impicca per debiti. Lasciano biglietti di scuse in cui spiegano di essersi tolti la vita per problemi economici. «Senza lavoro non si può vivere», si legge in uno di questi messaggi. [De Arcangelis, Rep]

• Le storie dei tre suicidi raccontate da De Arcangelis su Rep: «Salerno, via Brum, zona industriale della città. Lì sono i capannoni del centro di distribuzione alimentare ex Despar (oggi Sidis) per cui lavorava, in qualità di custode, il sessantatreenne Generoso Armenante. L’uomo lega la corda a una trave e si impicca. A casa lo aspettano per il pranzo. Non lo vedono arrivare, vanno a cercarlo, lo trova la figlia di diciannove anni oramai senza vita. Il custode ha un biglietto nella tasca dei pantaloni: “Sono un fallito. Chiedo perdono a tutti. Non ce l’ho fatta più. Ho deciso di sparire per sempre”. (…) San Valentino Torio (Salerno). Ieri mattina il piccolo imprenditore edile Angelo Coppola, 64 anni, esce di casa e saluta gli amici che incontra. È un addio. Perché poco dopo l’uomo torna a casa, nella sua villetta a due piani in una traversa di via Sottosanti, va in cucina e si spara un colpo di fucile al petto. Il corpo senza vita viene trovato poco dopo dai familiari che rientrano a casa. Vicino all’uomo c’è un biglietto: “Ho paura delle tasse che dovrò pagare, ho paura di quello che mi aspetta. Mi uccido per problemi economici, senza lavoro non si può vivere”. Cesate (Milano). A uccidersi ieri pomeriggio è un imprenditore di sessant’anni titolare di un’azienda in crisi. Lo fa all’aperto, si impicca a un albero nei boschi del parco delle Groane. Sono i passanti a trovarlo e ad avvertire i carabinieri. Anche lui lascia un biglietto: “Mi uccido per debiti”».