La Gazzetta dello Sport, 8 maggio 2012
Le elezioni amministrative italiane sono andate come dovevano andare: il Pdl ha perso, la Lega ha sofferto senza sparire di scena, il Pd tiene bene e avrà alla fine più sindaci di prima, il movimento 5 stelle patrocinato da Beppe Grillo ha ottenuto risultati importanti e si prepara, l’anno prossimo, a entrare in Parlamento
Le elezioni amministrative italiane sono andate come dovevano andare: il Pdl ha perso, la Lega ha sofferto senza sparire di scena, il Pd tiene bene e avrà alla fine più sindaci di prima, il movimento 5 stelle patrocinato da Beppe Grillo ha ottenuto risultati importanti e si prepara, l’anno prossimo, a entrare in Parlamento. Quindi, benché i risultati cambino lo scenario politico, non c’è nulla di inatteso: i sondaggi e le inchieste giornalistiche avevano preannunciato quello che adesso ci troviamo davanti.
• Parliamo delle città.
Lo spoglio è ancora in corso, ma possiamo già dire quanto segue. A Genova Doria (Sel) è al limite della vittoria al primo turno, ha il 49% e se andrà al ballottagio se la vedrà con Musso sostenuto da una lista civica e secondo col 14,6%: come si capisce, la poltrona di primo cittadino, ora o tra quindici giorni, è già assegnata. A Palermo c’è lo straordinario fenomeno Leoluca Orlando, sceso in campo contro un ballottaggio a suo dire taroccato, e praticamente sindaco con il 46,6%. Al ballottaggio se la vedrà con Ferrandelli, candidato del Pd dopo aver eliminato alle primarie l’icona Rita Borsellino. Ferrandelli ha più o meno il 20%, direi che non c’è lotta, anche se è interessante questo ballottaggio tra due esponenti della sinistra (Orlando oggi è dell’Idv). A Parma c’è il caso del Movimento 5 stelle che porta al ballottaggio Federico Pizzarotti (19,4%) contro il più votato candidato del centro-sinistra Vincenzo Bernazzoli. Il Movimento 5 stelle, glielo dico tra parentesi, ha ottenuto il suo primo sindaco a Sarego, in provincia di Vicenza, dove è stato eletto il grillino Roberto Castiglion. All’Aquila ci sarà un ballottaggio tra il sindaco uscente Cialente (centro-sinistra) e il centrista De Matteis. A Verona il leghista maroniano Tosi passa al primo turno col 57,4%. Promozione al primo turno anche per Stefano a Taranto (centro-sinistra) e per Perrone a Lecce (centro-destra). La vittoria di Tosi a Verona è fortemente mitigata dal disastro leghista a Monza: qui il sindaco uscente Marco Mariani, che ha retto bordone alla follia leghista dei ministeri a Palazzo Reale, ha preso appena l’11% contro il 38,35 del candidato del centro sinistra Roberto Scanagatti. In generale, il centro-sinistra sembra in grado di prendersi la maggior parte dei comuni in palio. La Lega e il Pdl, a parte qualche successo sporadico qua o là, sono piuttosto in rotta.
• Che accadrà adesso?
Berlusconi è tornato dalla Russia ieri sera, ma aveva dettato la linea già alla vigilia. Il pensiero prevalente, al momento, sembra questo: non ci convengono più i vertici con Bersani e Casini, a cui i nostri elettori sono contrarissimi. Anche l’appoggio al governo Monti non può essere incondizionato come è stato finora: decideremo invece caso per caso. Se pure Berlusconi non è più candidabile, non mi risulta candidabile (è Berlusconi che parla) nemmeno Alfano che riscuote tra gli elettori del Pdl un consenso assai scarso.
• Chi allora?
In questo momento è in grande spolvero la Santanché. Ma bisogna vedere. Alle politiche manca un anno.
• Quindi questo voto indebolisce il governo.
Se Berlusconi facesse la mossa di farlo cadere perderebbe subito 30-40 parlamentasri che, al seguito di Pisanu, andrebbero a rafforzare il centro di Casini. Però se il sostegno a Monti continuasse, mollerebbe la destra degli ex An. Già ieri La Russa è partito all’attacco con la frase: «Abbiamo sbagliato tutti i candidati, non è più il tempo delle belle faccine». D’altra parte una dichiarazione, sempre di ieri, rilasciata da Giuliano Ferrara al Tg3 la dice lunga sullo stato confusionale dei berlusconiani: «Berlusconi non sa che cosa fare, non ha la minima idea di cosa fare, l’unica cosa è che ha capito di dover appoggiare il governo Monti. Non ha una strategia per le alleanze, il Pdl si è spappolato molto prima delle elezioni che hanno certificano uno sfilacciamento, ma questo si sapeva: dopo Berlusconi il Pdl è a rischio esistenziale».
• La Lega?
La stravittoria di Tosi è una mazzata per Bossi. Tosi è maroniano e ha criticato apertamente l’idea di Bossi di ricandidarsi alla segreteria. La Lega è in un guaio grosso come una casa e fa male la triumvira Dal Lago a sostenere che «non è andata poi così male».
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 9 maggio 2012]