Rassegna, 5 maggio 2012
I timori sui conti di Monti
• D’Argenio e Petrini su Rep scrivono di timori sui conti pubblici per Mario Monti: «La caduta del Pil stimata in dicembre dal Salva-Italia era dello 0,4%. Nei giorni scorsi con il Def si è scesi all’1,2%, ma per il governo il deficit è salito solo dall’1,6 all’1,7%, mentre l’Fmi parla del 2,4%: all’appello mancherebbe almeno mezzo punto di Pil, circa 8 miliardi. Ci sono poi le “spese non rinviabili”: missioni internazionali, 5 per mille e autotrasporto. Altri 6-7 miliardi. In più non è detto che il Salva-Italia riesca a raccogliere tutti i 21 miliardi previsti. Se per ora all’orizzonte non c’è nessuna manovra correttiva, quel che esiste è un timore sui conti che può essere valutato tra i 10 e i 20 miliardi. Per questo i tecnici del governo stanno alzando le dighe: ci sono le risorse che arriveranno dalla lotta all’evasione (12 miliardi nel 2011 e forse di più nel 2012) per ora non impegnate ma che di certo aiuteranno. Mentre la cartuccia della spesa per interessi, prudentemente posizionata a dicembre su uno spread a 500, potrà essere usata solo in presenza di una forte riduzione del tasso di interesse, ma oggi siamo sempre tra 350 e 400 punti. C’è infine la spending review: 4,2 miliardi da reperire in sette mesi che, con tutta probabilità, serviranno a salvare il Natale, e con esso il Pil, degli italiani. Nei piani di Palazzo Chigi andranno usati per evitare l’aumento dell’Iva previsto per ottobre, rinviandolo almeno fino a gennaio».