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 2012  maggio 04 Venerdì calendario

Ieri a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, un uomo, Luigi Martinelli, di Calcio, 54 anni, si è chiuso, dalle quattro del pomeriggio, nella sede dell’Agenzia delle entrate tenendo in ostaggio fino alle 21 un impiegato di 56 anni, di nome Carmine Morandi

Ieri a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, un uomo, Luigi Martinelli, di Calcio, 54 anni, si è chiuso, dalle quattro del pomeriggio, nella sede dell’Agenzia delle entrate tenendo in ostaggio fino alle 21 un impiegato di 56 anni, di nome Carmine Morandi. Aveva con sé un fucile a pompa, due pistole e intenzioni non chiarissime: non ha detto fino all’ultimo come si chiamava e reclamava solo spazio sui media per far conoscere a tutti la sua situazione economica che ha descritto come “disperata” (così il sindaco Michele Lamera). Intorno c’erano una decina di teste di cuoio dei carabinieri (i Gis), giubbotti antiproiettile e armi d’ordinanza, pronte eventualmente a un blitz. Molti anche i funzionari della Questura. In aria volteggiava un elicottero dell’Arma. Il sequestratore ha sparato un paio di colpi contro il soffitto. Con lui ha dialogato a lungo un maresciallo dei carabinieri, che verso le 17.30 è entrato nell’Agenzia per parlargli. La sede dell’Agenzia delle entrate si trova al piano terra di una palazzina di cinque piani che le forze dell’ordine non hanno voluto finora sgombrare. Ma una mamma di 34 anni, che abita al primo piano, dopo aver udito i colpi è uscita di corsa dalla palazzina col suo piccolo di due anni. Il traffico intorno alla zona rossa è bloccato in tutte le direzioni. Frotte di curiosi si stanno però portando sul posto, come accade sempre in questi casi.

• A parte il caso specifico, è chiaro che così non si può andare avanti. Gli imprenditori che si ammazzano…

Martinelli avrebbe ricevuto da Equitalia delle cartelle impossibili da pagare. Quelli dell’Agenzia lo conoscono. L’uomo ha prima sequestrato tutti e quindici gli impiegati. Poi ne ha fatti uscire quattordici, tenendo prigioniero il solo Morandi. La compagna di Morandi è corsa sul posto e gli ha telefonato in lacrime. Lo sconosciuto ha permesso al suo prigioniero di rispondere. Morandi è rimasto molto calmo e ha a sua volta tranquillizzato la compagna. Il sequestratore ha dato in escandescenze un paio di volte, gridando che si sarebbe tolta la vita. In genere, queste situazioni si stemperano col passare del tempo. Da Milano è anche arrivato un professionista di queste mediazioni. Quanto alla sua osservazione, le dirò che l’episodio di Bergamo non è l’unico di ieri.

No?

Un uomo s’è tolto la vita a Migliarina, frazione di Carpi (Modena). Aveva 51 anni. Quest’inverno gli avevano tagliato luce e gas. Tirava avanti con lavoretti malpagati. Muratore. Stamattina alle dieci, davanti all’Ospedale Maggiore di Bologna, corteo di 150 bandiere bianche, cioè di quelli che vogliono ricordare le vittime della crisi. La Cgia di Mestre dice che gli imprenditori che si sono tolti la vita dal 1° gennaio sono 32. La marcia di stamattina è promossa anche da Tiziana Marrone, il cui marito Giuseppe Campaniello, un artigiano di Ozzano (Bologna), lo scorso 28 marzo ha parcheggiato davanti all’ufficio delle imposte di Bologna e poi, senza uscire dall’auto, si è dato fuoco. È morto dopo un’agonia di nove giorni. Per stamattina è programmata la  posa di un mazzo di fiori sul luogo della tragedia e la lettura ad alta voce dei nomi di tutte le vedove. Il “Guardian” ha mandato un inviato e pubblicato una lettera di quella povera donna in cui si accusa questo sistema «che ti fa sentire piccolo e ti umilia», «un’economia che sta uccidendo la gente», «mio marito s’è dato fuoco perché era intrappolato e nessuno gli aveva dato la possibilità di tirarsi fuori».

• Ha ragione, no?

Unioncamere, in un suo studio di ieri, ha previsto che per quest’anno si perderanno altri 120 mila posti di lavoro. Sa che cosa è successo? Che fino a poco tempo fa il fisco faceva finta di non vedere le tante situazioni irregolari delle piccole imprese: coscienti che la pressione fiscale italiana è intollerabile e che lo Stato è un pessimo pagatore (ci sono fatture da saldare per una settantina di miliardi), Equitalia si muoveva con prudenza e nella maggior parte dei casi con buona educazione. Lo stesso fisco ha mille volte fatto finta di non vedere e di non sapere. Era il trucco su cui si reggeva il sistema. È possibile che i tecnici al governo non se ne siano resi conto e abbiano creduto che fosse solo inefficienza. È possibile che lo sapessero, ma che non ci sia altro modo per uscire dalla crisi che riscuotere tutto e subito con ogni mezzo.

I grandissimi evasori non li prende nessuno, via.

Non li prendono perché i grandi evasori hanno mezzi per essere evasori a metà, per essere cioè elusori. Paradisi fiscali, fatturazioni dall’estero, eccetera, tutti sistemi che costano e che i grandi si possono permettere. Io penso, io mi auguro, che questa sia una fase di mezzo, tremenda come tutti i periodi di passaggio. Si cominciano a far pagare le nostre tasse tremende e intanto ci si predispone alla costruzione di un quadro in cui sia possibile abbassare le pressione fiscale.

Il sistema di tagliare la spesa pubblica improduttiva, Enrico Bondi e gli altri due triumviri, potrebbe funzionare?

Non lo sa nessuno.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 4 maggio 2012]