Rassegna, 4 maggio 2012
Andreotti ricoverato d’urgenza. Fuori pericolo
• Giulio Andreotti, 93 anni, all’ora di pranzo è stato ricoverato d’urgenza al policlinico Gemelli di Roma a causa di un’infezione respiratori e di una crisi cardiaca. Dopo il primo spavento, i medici hanno ridimensionato l’allarme, parlando di una bronchite mal curata che ha causato al senatore a vita una crisi respiratoria. Le sue condizioni appaiono severe, ma non perde mai conoscenza, anzi si riprende e fa anche qualche battuta. Ironizza sul «17», il numero di camera dove lo tengono sotto osservazione («Non sono superstizioso»). Ai medici l’uomo dei record della Repubblica si limita a dire: «Scusate il disturbo. Trattatemi come un paziente normale». Di ora in ora l’ottimismo aumenta. «L’ho trovato meglio, lucido, parla ed è tranquillo. È stata una cosa forte ma si è ripreso. Adesso è sereno», commenta il figlio del senatore a vita, Stefano, all’uscita dal «Gemelli». In serata il comunicato dell’ospedale dice: «Le condizioni di salute del senatore sono severe ma stabili e la prognosi è riservata». [Galeazzi, Sta]
• Le condizioni di Andreotti sono seguite dal professor Massimo Antonelli, responsabile della rianimazione del Gemelli. Al fianco del malato ci sono due dei quattro figli, Serena e Stefano; Marilena arriva in serata da Torino, mentre Lamberto, subito partito dagli Usa dove lavora, oggi atterra a Roma. La moglie Livia Danese attende a casa, circondata dai parenti, l’evolversi della situazione. [Di Frisca, Cds]
• Negli ultimi tempi, per via degli acciacchi e di una certa difficoltà a camminare, Andreotti aveva diradato, fino a cancellarlo, il quotidiano appuntamento con la messa delle 7 nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, a due passi da casa sua. [Martini, Sta]
• Scrive Martini sulla Stampa: «Il senatore a vita, quando si sente, chiede di poter andare nel suo studio a palazzo Giustiniani, dove attorno alle 9,30 lo accompagnano due carabinieri e dove trova Patrizia, una quarantenne romana che è diventata la segretaria della sua vecchiaia. Negli anni ruggenti regnava la mitica signora Enea, che in pantofole e facendo la calza, selezionava i “clienti” del capo con battute in romanesco. Nel 1996 Patrizia ha conquistato Andreotti, battendo a macchina un discorso senza sbavature e con impaginazione impeccabile, da allora è diventata la sua unica segretaria e si occupa di tutte le incombenze, dall’ordinare l’adorato cappuccino al bar, fino a rispondere al telefono. Ieri, appena si è diffusa la voce del malore di Andreotti, è stata Patrizia a rispondere alle tante telefonate dei vecchi amici, che si sono rifatti vivi. Ma negli ultimi tempi era diventato difficile telefonare e parlare col vecchio Giulio».
• «(…) In questi anni Giulio Andreotti si è rinchiuso in un microuniverso di legami e di abitudini, geograficamente compreso tra la sua casa alla fine di Corso Vittorio Emanuele, le visite saltuarie a palazzo Giustiniani di fronte a palazzo Madama (uno studio monumentale pieno di ricordi e di volumi). Le apparizioni non più quotidiane come un tempo alla barberia del Senato per il rito del pennello, la schiuma, il rasoio: immagini da Prima Repubblica, per Andreotti ancora vita quotidiana. (…) Una lettura dei giornali poco avida e ormai lacunosa e frammentaria, qualche libro cominciato e non concluso, un po’ di televisione soprattutto per i telegiornali. Di fatto un graduale isolamento per colpa di quei vuoti di memoria e di presenza mentale che appannano anche la personalità più acuta, ironica e sottile. I suoi incontri a palazzo Giustiniani riguardano un ristretto, sceltissimo gruppo di persone capaci di dialogare con un uomo psicologicamente segregato in una sorta di campana di vetro per la fortissima sordità: due apparecchi acustici non riescono a restituirlo a una piena socialità, a quel gusto per la battuta, al culto del ricordo, dell’aneddoto che hanno consegnato Andreotti non solo alla storia politica di questo Paese ma anche a quella del costume». [Conti, Cds]