Rassegna, 3 maggio 2012
Governo battuto al Senato. Il Pdl vota con Lega e Idv
• Nel voto di conversione del decreto correttivo sulle commissioni bancarie al Senato, il governo è andato sotto su un articolo a favore delle pensioni dei manager pubblici per i quali è stato stabilito un tetto massimo ai compensi. Il formarsi di una maggioranza inedita, composta da 124 senatori quasi tutti di Idv, Lega e Pdl (più qualche altro proveniente dal Pd e l’astensione del Terzo polo), ha portato alla sconfitta del governo. Il capogruppo pdl Maurizio Gasparri, che ha invece diligentemente votato come indicato dall’esecutivo, ha spiegato così l’accaduto: «Un segnale? Mah, non direi, sarebbe successo comunque... Il governo non si è mosso, non ha spiegato cosa voleva fare con quell’articolo, non ci ha messo la faccia, e il risultato è che i senatori si sono stancati e hanno reagito così di fronte a una norma che va incontro alle necessità di manager che sono pagati almeno il doppio di noi e che magari nel merito su questo punto hanno anche ragione, ma non è così che si fanno le leggi...». [Di Caro, Cds]
• Il risultato del voto di ieri è che viene cancellata dal disegno di legge sulle commissioni bancarie la norma che consentiva trattamenti previdenziali privilegiati anche a quei dirigenti pubblici che con il tetto agli stipendi previsto nel decreto Salva-Italia avevano subito una riduzione delle retribuzioni. In pratica il testo dell’emendamento approvato sopprime il comma 2 dell’articolo 1 che cancella le norme sul trattamento previdenziale dei manager pubblici in presenza del tetto sugli stipendi. E che in sostanza ristabiliva il vecchio regime, le cosiddette «pensioni d’oro», equiparando gli assegni dei più alti funzionari dello Stato a quelli del primo presidente della corte di Cassazione nonostante la riduzione già disposta per gli stipendi. [Giovannini, Sta]