La Gazzetta dello Sport, 28 aprile 2012
Arrivano i primi dati del censimento e scopriamo così che non siamo affatto 60 milioni, come ci hanno fatto credere e come abbiamo con sicurezza degna di miglior sorte scritto: a 60 milioni non ci siamo ancora arrivati, la popolazione residente è pari a 59 milioni 464 mila 644 inidividui
Arrivano i primi dati del censimento e scopriamo così che non siamo affatto 60 milioni, come ci hanno fatto credere e come abbiamo con sicurezza degna di miglior sorte scritto: a 60 milioni non ci siamo ancora arrivati, la popolazione residente è pari a 59 milioni 464 mila 644 inidividui.
• Una notizia bella o una notizia brutta?
Né bella né brutta, perché mezzo milione di abitanti in meno non fanno tutta questa differenza. Piuttosto saremmo ancora di meno se non ci fossero gli stranieri. Il paragone va fatto con l’ultimo censimento, quello del 2001. Dieci anni fa c’erano 1.334.889 forestieri, adesso sono quasi triplicati: 3.769.518 e non contiamo i clandestini. In termini percentuali: erano il 2,34% della popolazione nel 2001, sono il 6,34% adesso. Una volta quando si diceva “stranieri in Italia” si pensava a un insediamento di gente ricca, che veniva qui per passare l’inverno (gli hivernants) e solo qualche decennio più tardi per sfruttare la bella stagione. I numeri di adesso si riferiscono invece a gente povera e spesso disperata. 71.101 residenti stranieri vivono in baracche, roulotte, tende o simili. Dieci anni fa erano 23.336. Stiamo parlando di una percentuale dell’1 per mille. Quindi bassa. E tuttavia… Gli stranieri vivono soprattutto al Nord, come è ovvio, dato che quella è la parte più ricca del Paese: 85,9 per mille nel Nord-Ovest, 93 per mille nel Nord-Est, 23,4 per mille al Sud e 21,2 per mille nelle isole. La città con la maggior percentuale di forestieri è Brescia: il 16 per cento della popolazione.
• Ci sono più uomini o più donne?
Lo scarto tra femmine e maschi comincia a essere sensibile. Le femmine sono 30.713.702, i maschi 28.750.942. In pratica ci sono 103 donne per ogni cento uomini. È un rapporto rovesciato rispetto al resto del mondo dove, in base a un report delle Nazioni Unite del 2010, ci sono più maschi che femmine, 57 milioni di maschi in più per la precisione. Sono numeri che non ci fanno soffrire, a differenza di quello che accade altrove: in Cina, essendo il rapporto uomini-donne di 108 a 100, furoreggiano le agenzie matrimoniali che propongono mogli coreane. Problemi anche in India (107 a 100) e in Pakistan (106 a 100). In quei paesi, come forse saprà, la nascita di una femmina è considerata una iattura. Le bambine vengo spesso soppresse in culla. L’Europa è al contrario l’area più ricca di donne del pianeta. Voglio aggiungere che la nostra struttura politico-istituzionale ignora bellamente il dato del censimento: le donne sono maggioranza nel Paese, ma la loro rappresentanza nell istituzioni è minima (1 a 11 in Parlamento), minima anche la loro presenza nei vertici delle aziende o nei partiti. In 60 anni non abbiamo mai avuto un premier o un presidente della Repubblica donna.
• Napolitano ha auspicato una presidentessa come prossimo inquilino del Quirinale.
Non accadrà.
• Altri dati significativi?
Siccome in questo censimento si sono considerati “famiglia” anche i single, il numero delle famiglie risulta più alto che nel 2001: 24.512.012 contro 21.810.676 di dieci anni fa. Però il numero medio di componenti per ciascuna famiglia è sceso da 2,6 a 2,4.
• Differenze tra Sud e Nord?
A parte il numero degli stranieri, c’è una forte differenza nell’incremento demografico. Negli ultimi 10 anni, la popolazione è cresciuta soprattutto al centro-nord dove oltre il 70% dei comuni ha registrato un incremento demografico; all’opposto il numero dei residenti è sceso in oltre il 60% dei comuni al sud e nelle isole. Il comune più popoloso è Roma con 2.612.068 residenti. La Capitale, con 1.307,7 chilometri quadrati di superficie, è anche il comune più esteso. Il comune meno popolato è invece Pedesina (Sondrio) con soli 30 residenti, il più piccolo Fiera di Primiero (Trento), con appena 0,2 chilometri quadrati. Il comune più densamente popolato è Portici (Napoli) che ha 12.311 abitanti per chilometro quadrato. Il comune che dal 2001 ha aumentato di più gli abitanti, +220,1%, è Rognano (Pavia). Paludi (Cosenza) detiene invece il primato del più forte calo (-41,2%). Il 70% degli 8.092 comuni italiani ha una popolazione inferiore a 5mila abitanti. In questi comuni dimora abitualmente il 17% della popolazione, mentre il 23% vive nei 45 comuni con più di 100mila abitanti. Dal 1861 a oggi la popolazione è triplicata: al momento dell’unificazione eravamo 22 milioni. Senza il Lazio e il Veneto, però.
• E le case? Queste case-fantasma – un paio di milioni di case fantasna - che aveva scoperto Tremonti esistono o no?
Il censimento parla di tre milioni di case “potenzialmente” non occupate. Vedremo, credo più in là, a che cosa corrispondono. L’Istat continuerà a fornirci dati ricavati da questa consultazione nazionale fino al 2014.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 28 aprile 2012]