Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 21 Sabato calendario

Marò, risarcimento alle famiglie dei pescatori uccisi

• Il governo italiano verserà dieci milioni di rupie, ovvero 150 mila euro, a ciascuna delle famiglie dei due pescatori uccisi il 15 febbraio scorso a Kollam, nel sud dell’India. Gli avvocati indiani hanno parlato di risarcimento, il ministro della Difesa italiano Giampaolo Di Paola invece di «donazione», per evitare che appaia un’ammissione di colpevolezza per i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in carcere dal 5 marzo. «È un atto di donazione, di generosità, ex gratia, al di fuori del contesto giuridico» ha chiarito Di Paola. Scrive Sarcina (Cds) che «I soldi, (pochi o tanti), saranno pure al di fuori “del contesto giuridico”, ma sicuramente contribuiscono ad avvicinare Italia e India. La questione marò si sta lentamente spostando dallo Stato del Kerala a New Delhi. Ieri c’è stata un’udienza importante nella Corte suprema della capitale, dove si sta discutendo il ricorso presentato dall’armatore della petroliera Enrica Lexie, ancora bloccata alla fonda davanti al porto di Kochi. Ebbene: il rappresentante del governo centrale, a sorpresa, ha sconfessato la condotta della polizia del Kerala, sostenendo “che non aveva l’autorità per fermare la nave italiana Enrica Lexie, né per indagare sul caso perché l’incidente è avvenuto in acque internazionali”. Il governatore-padrone del Kerala, Oommen Chandy, ha risposto scaricando la responsabilità ultima: “Ogni azione è stata presa dopo aver consultato il governo centrale. L’incidente è avvenuto all’interno del nostro territorio. Abbiamo tutti i diritti di agire”».