Rassegna, 12 aprile 2012
Maroni in procura: «Pronti a collaborare»
• In rappresentanza ufficiale del Carroccio travolto dallo scandalo dell’uso dei rimborsi elettorali, Roberto Maroni ieri mattina si è presentato a sorpresa in Procura a Milano per assicurare la «leale collaborazione» del movimento ai pm, i quali, in risposta, hanno consegnato a Stefano Stefani, il nuovo tesoriere del movimento che lo accompagnava un passo indietro, un ordine di esibizione dell’intera documentazione contabile e dei bilanci degli ultimi anni. Maroni, ricevuto prima dal procuratore Edmondo Bruti Liberati e poi dai tre magistrati che si occupano dell’inchiesta, ha poi difeso Umberto Bossi («La sensazione è che qualcuno abbia approfittato della buona fede di Bossi per favorire se stesso o altre persone invece del movimento politico») e ha fatto sapere che, quando si svolgerà il processo, la Lega Nord si costituirà parte civile. [Guastella, Cds]
• Scrive Sala su Rep che «a spulciare lo Statuto, non sembra immaginabile che a giugno il congresso possa confermare il Senatur nella carica di presidente con Bobo leader. L’articolo 15, infatti dice in modo chiaro che presidente e segretario non possono appartenere alla stessa “nazione” (vuole dire regione, nel complicato linguaggio dei leghisti). Un bel problema, anche se Maroni, ospite da Bruno Vespa, dice che lo statuto della Lega “si può anche cambiare”. Sarà, ma Bossi ieri è tornato a marcare qualche distanza da Bobo. Nell’intervista alla Padania oggi in edicola, il vecchio capo così commenta la visita dei leghisti ai pm milanesi che indagano sui conti del partito: “Hanno fatto bene ad andare con Maroni per dirsi disponibili ai chiarimenti, ma non dimentichiamoci che i tempi della politica non li decide la magistratura”».