Rassegna, 10 aprile 2012
L’inchino di Monti alle vittime dell’Olocausto
• Nel suo viaggio in Medio Oriente Mario Monti ha fatto tappa a Ramallah, dove ha incontrato il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, e a Cesarea il primo ministro d’Israele, Benjamin Netanyahu. A Ramallah ha ribadito che «l’Italia non riconoscerà modifiche dei confini del ‘67 diverse da quelle concordate fra le parti». Con la guerra del ‘67 Israele conquistò terreno ad est, zone di Gerusalemme e oltre, in Cisgiordania, territorio palestinese. Sia ad Abu Mazen sia a Netanyahu, Monti ha ripetuto che la linea italiana è «due popoli due Stati». Poi con la moglie Elsa Monti ha visitato lo Yad Vashem, il museo dell’Olocausto, monumento che si conclude con un percorso buio, costellato di piccole luci, mentre una voce recita i nomi dei bimbi ebrei uccisi (un milione e mezzo). Un visita che ha definito «commovente e sconvolgente». Il premier italiano, alla fine, ribadendo che «l’Italia rinnova il suo impegno contro ogni forma di antisemitismo», ha scritto nel libro per i visitatori: «La memoria parli alle nuove generazioni affinché tragedie del genere non si ripetano più». [Garibaldi, Cds]