Rassegna, 10 aprile 2012
Storia politica di Rosy Mauro, la badante di Bossi
• «(…) Rosa Angela Mauro, classe 1962, arriva a Milano da San Pietro Vernotico (Brindisi) all’inizio degli anni Ottanta. Lavora come operaia alla Control, fa la sindacalista per la Uilm-Uil e la leggenda tramandata da Bossi è la seguente: “La Rosi è una tosta. L’ho vista per la prima volta a un’assemblea di tranvieri, c’erano quelli della Cgil aggressivi, ma lei li ha messi in riga tutti”. E sul vociare spiccio fonda una carriera. Nel 1990 fonda con Antonio Magri il Sal, il sindacato autonomista padano che nel 1996 diventa il Sin.pa dello scandalo di questi giorni e di cui nessuno conosce il numero degli iscritti. Il primo incidente, nel 1994: le foto del “capo” che la solleva in piscina con la mano sul posteriore, pubblicate da Oggi, piacciono pochissimo in casa Bossi. Il consenso popolare è sempre esile. Candidata alle comunali di Milano nel 1993 raggiunge il massimo storico: 381 voti. Ma è l’anno dell’ondata leghista che porta Marco Formentini a governare Milano alla guida di un monocolore padano. A Palazzo Marino, la si ricorda per una sfuriata: «Mafiosi, andatevene a Palermo» strillato all’indirizzo di alcuni consiglieri della sinistra. Quattro anni più tardi, la débâcle: 66 voti, le porte di Palazzo Marino le si chiudono davanti. Poi, nel 2005 entra in Regione Lombardia. Ma con il listino bloccato del governatore Formigoni: elezione garantita. Nel 2008, l’approdo a Palazzo Madama. Anche qui, lista bloccata, elezione certa. Ma il salto di qualità è del 2004, quando la moglie di Umberto Bossi la sceglie come guardia del marito. Nasce, insieme con il cerchio magico, l’ennesimo soprannome, quello di “badante”. Ma in pochi anni, la “Nera” diventa potentissima. Nel 2008, la scelta che sbalordisce mezzo movimento: priva di esperienza d’Aula, viene indicata per la vicepresidenza di Palazzo Madama. Ma arriva lo scivolone: nel dicembre 2010, una sua memorabile conduzione d’Aula rischia di compromettere la riforma Gelmini». [Cremonesi, Cds]