Rassegna, 11 aprile 2012
Il giallo dell’appartamento ereditato da Bossi
• Su Rep Berizzi ricostruisce la storia si un appartamento di Milano che una militante leghista, Caterina Trufelli, classe 1931, aveva lasciato in eredità a Umberto Bossi prima di morire, nel maggio 2010. La casa è al sesto piano di un palazzo inizio secolo in zona viale Umbria: 250 metri quadrati, quattro stanze, cucina, bagno, ripostiglio e balconcini, cantina, solaio. Rendita catastale, 958,03 euro. Ora, invece di mettere la casa nelle disponibilità del partito, Bossi decide di venderla e tenersi i soldi, 480 mila euro. Secondo le norme parlamentari, il capo leghista è tenuto a comunicare il tutto alla Camera. Cosa che non fa. E dunque, si macchia di una doppia leggerezza. La prima è una violazione dei regolamenti parlamentari (qualunque atto che riguardi finanziamenti politici al partito deve essere denunciato; la sanzione amministrativa prevista consiste in un cifra che varia da due a sei volte il valore del bene). La seconda è che è venuto meno ai suoi doveri verso il Carroccio: il termine previsto per i versamenti sotto forma di erogazione volontaria liberale è 60 giorni. Non risulta che Bossi abbia provveduto ad alcun versamento.