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 2012  aprile 11 Mercoledì calendario

I leghisti a Bergamo incoronano Maroni. Bossi piange e chiede scusa

• Alla Fiera Nuova di Bergamo si sono riuniti ieri sera circa tremila leghisti per la serata dell’orgoglio padano. [leggi Il fatto del giorno] Tutti con le scope e le ramazze per simboleggiare la voglia di pulizia del partito. Sul palco i triunviri Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Manuela Del Lago. Parlano solo l’ex ministro dell’Interno e Umberto Bossi. Maroni cerca di ridare entusiasmo ai suoi: «Da oggi si cambia... Non siamo morti... Non siamo un partito di corrotti ma chi sbaglia paga...»; impone diktat: «Giovedì prossimo al Federale butteremo fuori Francesco Belsito...»; ricorda che Renzo Bossi ha ufficializzato le sue dimissioni al Pirellone facendo partire un coro di fischi come mai si era sentito;  e annuncia che «se Rosy Mauro non si dimetterà ci penserà la Lega a dimetterla...». Promette «Congresso entro giugno... E se Umberto Bossi si ricandiderà io lo appoggerò...». Chiude così: «Lega in piedi... Dobbiamo diventare il primo partito in Padania...». Bossi, sembrato più stanco del solito, ha chiesto scusa per i suoi errori e per aver spinto i figli in politica («dovevo fare come ha fatto Berlusconi coi suoi, mandarli lontano a studiare... Via... Via»); ha continuato a parlare di «un complotto del centralismo romano che ci vuole divisi»; ha lanciato un messaggio di unità ai suoi: «Quante volte siamo stati capaci di ripartire... Ma adesso basta divisioni che fanno solo il gioco del centralismo romano... Maroni non è un traditore, non è un Macbeth. E i parenti mai più nella Lega». Ma i cori dei presenti dall’inizio alla fine sono stati tutti per Maroni. [Poletti, Sta]

• «(…) Il vecchio capo era vestito come a un matrimonio, elegante come raramente lo è. Non era in camicia verde, il fazzoletto non era al collo ma nel taschino. Quando è toccato a lui parlare, non è parso neppure l’ombra del grande capo che fu. Stanco, ingobbito su microfoni che erano troppo bassi e che nessuno gli aveva adattato, la voce ancor più fioca del solito, ha detto che i nemici non devono illudersi, che la Lega non morirà mai. Ma la verve sembrava quella di un vecchio democristiano di provincia: era perfino pacato, perfino moderato. Niente proclami, niente minacce, niente gesti dell’ombrello, niente dito medio: l’ultimo Bossi è un anziano signore che il dolore ha reso più gentile. A un certo punto ha baciato la bandiera. Si è commosso». [Brambilla, Sta] 

• A un certo punto nelle prime file uno sviene, e a Maroni scappa la battuta: «Ho parlato di congresso e qualcuno è già svenuto...». [Cerruti, Sta]