Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  aprile 11 Mercoledì calendario

Piazza Affari brucia 17 miliardi. Spread sopra quota 400

• Giornata nera per le Borse. La peggiore è Piazza Affari che brucia 17,2 miliardi di capitalizzazioni e chiude sotto di 5 punti. A causa del crollo delle banche italiane, da Unicredit (-8,10%) a Intesa Sanpaolo (-7,94%), lo spread Btp-Bund è schizzato sopra i 400 punti, coi rendimenti dei nostri titoli di Stato saliti al 5,66%. Sull’Italia ha pesato soprattutto il superindice previsionale dell’Ocse che ieri ha assegnato un nuovo calo a febbraio, mentre è cresciuto per gli altri Paesi. Poi l’annuncio del Fondo monetario internazionale che «la recessione sarà più profonda e più lunga con le famiglie indebitate». L’Fmi pone anche l’accento su come i rating sul debito sovrano di Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna abbiano avuto una pronunciata correzione al ribasso. Ma a trascinare giù le Borse sono stati anche i deludenti dati Usa di venerdì scorso sull’occupazione e la frenata, annunciata ieri, delle importazioni della Cina (cresciute del 5,3% contro una stima del +9%). Il rischio contagio per Italia e Spagna è tornato. Ma mentre Milano chiude a -5%, Madrid si ferma a -3%, anche se lo spread dei Bonos, la differenza di rendimento tra i titoli di Stato spagnoli e quelli tedeschi, sale a 435 punti. Parigi cede il 3%, poco meglio Francoforte (-2,49%) e Londra (-2,24%). [Fornovo, Sta] 

• «(…) Comune a Italia e Spagna è che l’austerità di bilancio, pur necessaria, non è risultata sufficiente ad allontanare tutti i timori. Il segnale più preoccupante è la discesa dei rendimenti dei Buoni del Tesoro tedeschi a un minimo non toccato da mesi. Se grandi investitori si affollano a comprare titoli che rendono assai meno dell’inflazione, vuol dire che speculano sulla possibilità che una rottura dell’unione monetaria torni ad apparire verosimile». [Lepri, Sta]

• L’oro ieri ha raggiunto i 1.652 dollari all’oncia. [Bennewitz, Rep]