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 2012  aprile 11 Mercoledì calendario

Trionfo di Maroni, ieri sera alla Sala della Fiera di Bergamo: anche se Bossi ha parlato per ultimo – come si addice a chi è più importante –, Maroni ha dettato le regole e ha di fatto buttato fuori dal partito non solo il giovane Renzo, che aveva formalizzato le dimissioni da consigliere regionale ieri mattina, ma l’intera famiglia del Senatùr: «Dobbiamo finirla con i complotti, con le scomuniche, con le fatwe e con i cerchi»

Trionfo di Maroni, ieri sera alla Sala della Fiera di Bergamo: anche se Bossi ha parlato per ultimo – come si addice a chi è più importante –, Maroni ha dettato le regole e ha di fatto buttato fuori dal partito non solo il giovane Renzo, che aveva formalizzato le dimissioni da consigliere regionale ieri mattina, ma l’intera famiglia del Senatùr: «Dobbiamo finirla con i complotti, con le scomuniche, con le fatwe e con i cerchi». Manuela, la moglie di Bossi che è all’origine degli anatemi lanciati nei mesi scorsi, è stata semplicemente sgominata. Lo stesso Bossi ha dovuto chiedere scusa «perché i danni sono stati fatti da chi porta il mio nome» e gridare che mai più parenti di leghisti che guidano il partito dovranno lavorare per la Lega, «perché è lì che nascono i pasticci». La scena s’è conclusa con Bossi che abbracciava e baciava Maroni, il nemico di famiglia, in nome di una riconquistata unità.

E il caso Rosy Mauro?

Una telenovela che ha impegnato le redazioni per tutto il giorno. A metà pomeriggio un dispaccio Ansa informava che la Rosy si sarebbe dimessa dalla carica di vicepresidente del Senato da Vespa, durante la puntata di Porta a porta. Era una puntata registrata alle 18.45, dunque avremmo saputo la cosa per tempo. Senonché la stessa senatrice smentiva tutto: «Perché dovrei dimettermi?», ha detto nel corso della registrazione di Porta a Porta. «Innanzitutto voglio spiegare come stanno le cose e dire la verità, e poi vedremo. In questi giorni mi sono accorta del potere che ha l’informazione e ho il diritto di difendermi. Lo farò parlando in aula in Senato. Non ho nulla da nascondere e ho tutte le prove per rispondere alle accuse. La Lega Nord non ha mai dato un euro a Rosy Mauro, ha fatto donazioni solo a Rosy Mauro in qualità di segretaria del Sindacato Padano. La direzione del partito era informata. Non mi ha mai sfiorato l’idea di comprarmi una laurea in Svizzera e Pierangelo Moscagiuro non è il mio compagno. Questa è un’altra nefandezza, mi hanno colpito anche nella vita privata. E poi non sono “la Nera” delle intercettazioni telefoniche. “La Nera” è l’infermiera svizzera che segue Umberto Bossi da quando sta male, i 29 mila euro di cui si parla saranno i mesi che dovevano pagarle». Questa difesa è stata disintegrata dagli stessi leghisti. Calderoli, lette le agenzie con dichiarazioni della Rosy, ha detto che se non si fosse dimessa spontaneamente, l’avrebbe fatta dimettere la Lega. E Maroni, nel comizio delle 21, ha ripetuto il concetto: «Oggi il presidente federale Umberto Bossi ha chiesto di fare un gesto di dignità a una persona, che ha detto di no. E me ne dispiace davvero (grida dalla sala), mi spiace che non abbia accolto la richiesta del nostro presidente. Ma se non si è dimessa, ci penserà la Lega a dimetterla (grida, cori “chi non salta rosy mauro è, è”), così finalmente potremo avere un sindacato padano vero guidato da un padano vero…»

• Che significa?

Rosy Mauro è pugliese di San Pietro Vernotico…

• Che altro ha detto Maroni in questo comizio?

Ha dettato le regole: «Uno: soldi alle sezioni a ai militanti, non in Culonia; Due: meritocrazia, chi è capace va avanti; Tre: largo ai giovani, ne abbiamo tanti;  Quattro: fuori chi viola statuto e codice morale della Lega». Il punto davvero essenziale è il primo: una quantità di leghisti singoli e di sezioni del partito hanno protestato perché mentre i bossiani spendevano e spandevano,  loro si trovavano in gravi difficoltà finanziarie. Del resto, il costume di accentrare il finanziamento, che riproduce peraltro il sistema di governo italiano, è generale. Sarà interessante vedere se nella proposta di legge in arrivo domani o venerdì sarà introdotto anche questo punto. Per il resto, il futuro capo della Lega (a quanto sembra) ha annunciato che i congressi di Lombardia e Veneto si svolgeranno in contemporanea il 3 giugno (il Veneto reclama un segretario suo, e indica Luca Zaia: un sondaggio di Sky dava ieri Maroni al 57 per cento e Zaia al 43, che non è poco). Mentre il congresso federale, all’inizio indetto per ottobre, sarà anticipato a giugno. E se Bossi si candiderà a segretario, Maroni  - dice - lo voterà.

Il discorso di Bossi.

Tutto centrato sulla “ripartenza”, «la Pasqua significa ripartenza», «quando saremo davanti al Padreterno ci chiederà quante volte siamo ripartiti». Ha raccontato che Belsito è diventato amministratore per raccomandazione del segretario precedente, Maurizio Balocchi: Bossi andò a trovarlo in ospedale a Roma (stava morendo, gli avevano tagliato una gamba) e si sentì dire che senza Belsito lui non sarebbe andato avanti. «Facemmo sondaggi e non risultò niente». Il Senatùr sostiene che al telefono Belsito dice quello che dice solo per dare alla magistratura il destro di intervenire. «È tutto un complotto, siamo l’unica forza d’opposizione, abbiamo presentato un disegno di legge sulle pensioni e sul Tfr e allora quelli hanno detto: questi qui non riusciamo a fermarli». E quindi hanno adoperato la magistratura.

Lei ci crede?

Lei che ne pensa? Ma è interessante notare che la platea – oltre alla Rosy Mauro e a Belsito – ha fischiato, quando è stato nominato, anche il figlio di Bossi.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 11 aprile 2012]