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 2012  aprile 07 Sabato calendario

Il tonfo di Bossi è talmente clamoroso che non si sa se sia meglio approfondire il lato giudiziario (ieri sono usciti altri dettagli sugli interrogatori di pochi giorni fa della segretaria Daniela Cantamessa e dell’impiegata dell’amministrazione Nadia Dagrada), quello politico (incontro di due ore con Maroni) o quello personale del Senatùr, e cioè i figli, la moglie e Rosy Mauro

Il tonfo di Bossi è talmente clamoroso che non si sa se sia meglio approfondire il lato giudiziario (ieri sono usciti altri dettagli sugli interrogatori di pochi giorni fa della segretaria Daniela Cantamessa e dell’impiegata dell’amministrazione Nadia Dagrada), quello politico (incontro di due ore con Maroni) o quello personale del Senatùr, e cioè i figli, la moglie e Rosy Mauro.

• Cominciamo dall’incontro con Maroni.

C’è stato un vertice in via Bellerio, Bossi Maroni Calderoli Giorgetti. All’uscita Maroni ha detto: «Diciamo che riprende l’iniziativa politica della Lega, a partire già dalla prossima settimana». Con Stefano Stefani faranno un’analisi dei conti della Lega. Fanno capire che potrebbero prendere un’iniziativa per rivedere la legge sul rimborso elettorale ai partiti. Si affannano a tener salvo Bossi e il partito. L’aria è questa: è stato un incidente, siamo stati truffati, i ladri stanno sempre a Roma, Bossi è sempre Bossi, se si ricandida a segretario lo votiamo compatti. Rosy Mauro annuncia querele a tutti («hanno scritto solo porcherie»). Il problema sono le amministrative dove, se non rincuora il suo elettorato, il Carroccio rischia una mezza catastrofe. Si vota tra un mese esatto.

• Che cosa dicono queste due dipendenti della Lega, la segretaria Daniela Cantamessa e l’amministrativa Nadia Dagrada?

La Cantamessa sta con Bossi dal 2005. «Io stessa avevo avvisato Bossi delle irregolarità del Belsito, o meglio della sua superficialità ed incompetenza, e del fatto che la Rosy Mauro era un pericolo sia politicamente e sia per i suoi rapporti con la famiglia Bossi». La Dagrada – di cui abbiamo letto le conversazioni con Belsito – nell’interrogatorio ha detto che Belsito sostiene di aver registrato il colloquio con Bossi in cui gli ricordava tutti i soldi spesi per i figli. Poi: «La situazione è precipitata dopo la malattia del segretario federale Umberto Bossi. Si è cominciato con il primo errore, un contratto di consulenza a Bruxelles a Riccardo Bossi, se non ricordo male da parte dell’onorevole Speroni. Dopodichè si sono cominciate a pagare, sempre con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico, una serie di spese personali a vantaggio di Riccardo Bossi e degli altri familiari. In particolare, con i soldi della Lega venivano pagati i conti personali di Riccardo Bossi, per migliaia di euro, e degli altri familiari, come per esempio i conti dei medici sia per le cure dell’onorevole Bossi sia dei suoi figli. Renzo Bossi dal 2010 sta “prendendo” una laurea ad un’università privata di Londra e so che ogni tanto ci va a frequentare e le spese sono tutte a carico della Lega, ed anche qui credo che il costo sia sui 130.000 euro». Questa università inglese sarebbe specializzata nel vendere lauree facili, lo stesso Belsito avrebbe acquistato qui il suo titolo di studio.

• Non riesco a immaginare che razza di dichiarazioni abbia fatto Bossi di fronte a questi interrogatori e alle intercettazioni di cui abbiamo riferito ieri.

La prima dichiarazione sarebbe straordinariamente nobile. Il Senatùr avrebbe detto a un amico, in privato: «Qualcuno me lo aveva anche detto: "Umberto, devi scegliere tra la Lega e i figli". Lo sapevo anch’io, avrei dovuto scegliere la Lega. I figli potevano fare qualcosa d’altro». Frase che conosciamo grazie ai reportages di Marco Imarisio. In pubblico invece Bossi ragiona diversamente. Ecco uno stralcio della sua intervista al direttore di Repubblica, Ezio Mauro: «Questa storia puzza. Ma andiamo. Siamo l´unica vera forza di opposizione alla grande ammucchiata e a questo governo delle banche. Ci sono le elezioni. Ed ecco che proprio adesso tirano fuori questo scandalo, e chiamano in causa proprio i miei figli. Non vi sembra strano, non vi chiedete perché? Per colpire me, attraverso la mia famiglia. Bisogna colpire Bossi, per far fuori la Lega».

• Abbandonerà la politica?

A Ezio Mauro ha detto di no («mi sono dimesso, ma combatto»). Ieri, a chi gli chiedeva sull’eventualità di una candidatura alla segreteria nel prossimo congresso di ottobre, ha risposto solo: «Lo dirò al Congresso». Su tutta la storia ha ripetuto il concetto: «A mio parere sa tanto di organizzato, noi siamo nemici di Roma padrona e ladrona, dell’Italia, uno Stato che non riuscirà mai ad essere democratico. La Lega è pericolosa, perché è sotto l’occhio non solo di Roma farabutta che ci ha dato questo tipo di magistrati ma anche della militanza, quindi bisogna fare le cose giuste che interessano la gente». In pubblico c’è anche la difesa totale del figlio: «Mio figlio mi ha portato le prove che l’automobile è sua e l’ha pagata lui, di questo sono certo perché l’ho visto coi miei occhi. La storia della ristrutturazione della casa è un falso. Hanno sbagliato a rifare il balcone che perdeva acqua, abbiamo chiamato uno della Lega bergamasca, il quale è venuto e ha detto mando mio cugino che ha un’impresa: la colpa è nostra. Questo perché lui  è un tipo che da tanto non si faceva vivo e non ha mandato la fattura, può darsi che lo ha fatto da un’altra parte, però vediamo, ci sono molti lati oscuri...».

E su Maroni?

Aperture: «Non è un Giuda, ha fatto semplicemente una specie di corrente, questa qua, i “barbari sognanti”, quella roba lì. Non penso che sia con me. Però non è neppure contro».


[Giorgio Dell’Arti, 7 aprile 2012]