Rassegna, 6 aprile 2012
Tutti vogliono riformare il finanziamento ai partiti
• Bersani ha mandato una lettera ad Alfano e Casini e ha lanciato la sfida: «I fatti gravissimi evidenziati dalle recenti inchieste giudiziarie rendono improrogabile il cambiamento delle normative sulla trasparenza e i controlli dei bilanci dei partiti». Alfano rilancia: «Mi farò carico di un testo che si muova su tre pilastri. Bilanci controllati, trasparenza e contribuzione volontaria dei cittadini». Pier Ferdinando Casini, primo firmatario di una proposta di legge presentata il 14 febbraio, invita a far subito, a depositare «a giorni» un decreto o un disegno di legge fondato su due cardini: «Finanziamento solo ai partiti veramente democratici e controllo ferreo dei bilanci». Emma Bonino non crede alla svolta e pensa al referendum: «Temo più l’autoriforma che lo status quo. Azzeriamo i rimborsi, poi discutiamo». Antonio Di Pietro ha presentato in Cassazione due quesiti per abrogare i rimborsi via referendum: «Un milione di firme — spera il leader dell’Idv — per una politica di austerità». Ma i partiti, questa volta, potrebbero arrivare prima. Alla Camera sono depositati 18 disegni di legge (Turco, Castagnetti, Pisicchio, Briguglio, Iannaccone, Donadi, Gozi...) e il presidente Gianfranco Fini accelera, chiede alla commissione Affari costituzionali di lavorare a un testo unico da esaminarsi prima dell’estate.
• Il Greco, Gruppo degli Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa, in un rapporto scrive che tra il 1994 e il 2008 i partiti hanno speso complessivamente 570 milioni di euro, ma i rimborsi elargiti ammontano a 2 miliardi e 250 milioni di euro. Il Gruppo raccomanda: «Una riforma delle sovvenzioni alla politica oggi è urgente, giacché il quadro legislativo e istituzionale presenta lacune evidenti rispetto alle regole comuni contro la corruzione legata al finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali». Almeno due le modifiche da introdurre: «Divieto generale di donazioni da persone la cui identità è sconosciuta al partito o al candidato, e abbassamento a livelli adeguati della soglia sopra la quale l’identità del donatore dev’essere rivelata (attualmente è di 20.000 euro per i candidati e 50.000 per i partiti, ndr)». Ancora: la legislazione italiana non prevede divieti o restrizioni nei sussidi a partiti o candidati da parte di società assegnatarie di appalti pubblici o che godono di sovvenzioni statali, e il Greco «non può non invitare le autorità a non perdere l’occasione di regolamentare, nel quadro di una riforma del sistema di finanziamento politico, questo punto che implica un elevato rischio di corruzione». [Bianconi, Cds]