Rassegna, 5 aprile 2012
Le spese della famiglia Bossi pagate dal partito
• Un anno fa tre parlamentari leghisti chiesero alla magistratura di indagare su movimentazioni sospette di denaro riconducibili al tesoriere del partito, Francesco Belsito. All’interno del partito erano in tanti a sapere quanto opache fossero le operazioni finanziarie gestite dal tesoriere. Nel fascicolo dei magistrati di Napoli ci sono decine di telefonate di parlamentari leghisti di primo piano che discutono spesso in maniera critica nei confronti del Senatur proprio per il potere concesso a Belsito. Numerose sono anche le conversazioni nelle quali compare lo stesso Bossi al telefono con Belsito. Al momento non è stata inoltrata alcuna richiesta di autorizzazione a procedere al Parlamento e questo esclude che ci siano contestazioni contro i politici. Nel mirino degli inquirenti di Reggio Calabria ci sono una serie di operazioni «improduttive» che dimostrerebbero l’attività di riciclaggio svolta da Belsito con Romolo Girardelli, il suo socio ritenuto il referente finanziario della «cosca De Stefano», con l’imprenditore Stefano Bonet. È il filone che porta alla ‘ndrangheta e al reimpiego dei soldi in Italia e all’estero. [Sarzanini, Cds]
• Nelle intercettazioni si legge la lista (fatta da Belsito e dall’impiegata amministrativa leghista Nadia Dagrada) delle spese fatte per la famiglia Bossi coi soldi del partito: tre lauree, «i soldi per il diploma (Renzo Bossi)»; «670.000 euro per il 2011, oltre ad altre somme ingenti per gli altri anni»; «le autovetture affittate per Riccardo Bossi, tra cui una Porsche»; «i costi per pagare i decreti ingiuntivi di Riccardo Bossi»; «le fatture pagate per l’avvocato di Riccardo Bossi»; «altre spese pagate anche ai tempi del precedente tesoriere Balocchi»; «una casa in affitto pagata a Brescia»; «i 300.000 euro destinati alla scuola Bosina di Varese per Manuela Marrone (moglie di Bossi, ndr). In altre telefonate la lista si allunga con «l’ultima macchina del Principe, 50.000 euro» ecc. [Ferrarella e Guastella, Cds]
• Maroni su Facebook: «Chi ha tradito la fiducia dei militanti deve essere cacciato, senza guardare in faccia a nessuno. La Lega è un grande movimento, patrimonio di tutti i militanti onesti. Troviamo subito in noi la forza per rinnovarci e per ripartire più forti di prima». [Del Frate, Cds]