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 2012  marzo 26 Lunedì calendario

Dei due italiani rapiti in India lo scorso 14 marzo, uno è stato effettivamente liberato, come si diceva – confusamente – già dall’altra sera

Dei due italiani rapiti in India lo scorso 14 marzo, uno è stato effettivamente liberato, come si diceva – confusamente – già dall’altra sera. Non stiamo parlando dei marò sempre detenuti nelle carceri dello stato di Kerala, ma di Claudio Colangelo, 61 anni, turista di Rocca di Papa (Roma), che aveva prenotato un trekking di cinque giorni nello stato dell’Orissa (sempre in India) appoggiandosi a un agente di viaggio italiano che ha un’agenzia nella città di Puri dove passa oltre tutto molti mesi all’anno. Tutti e due gli italiani erano stati catturati da un gruppo di maoisti della fazione di Sabyasachi Panda. Costui aveva posto al governo 13 condizioni per liberare i due. Nessuna di queste condizioni – a parte la sospensione delle azioni di polizia – è stata però fino ad ora soddisfatta.

• Come sta l’ostaggio?

Ha la malaria, e i maoisti dicono che l’hanno liberato per questo. Anche le circostanze della liberazione sono parecchio avventurose: Panda ha dato appuntamento a un gruppo di giornalisti del posto, sostenendo che avrebbe concesso un’intervista. I giornalisti hanno marciato 18 ore nella giungla e, giunti al luogo dell’appuntamento, non hanno trovato nessuno. Dicono però di aver capito subito che Panda li aveva fatti arrivare fin lì per consegnare gli ostaggi. Le voci dell’altra sera parlavano della liberazione di tutti e due e invece gli stessi giornalisti si sono visti consegnare il solo Colangeli, esibito appena possibile alla tv locale Ndtv. Oltre tutto anche l’altro rapito, Paolo Besusco, di 54 anni, da Condove (Torino), avrebbe la malaria. In ogni caso, Colangelo s’è fatto intervistare da questa Ndtv e ha parlato con casa sua, con la moglie e con la figlia Valeria, di 32 anni. Una prima volta ha detto che è stata un’esperienza spaventosa. Poi ha aggiunto: «Ho perso qualche chilo ma sto bene. Il morale è abbastanza alto. Nel corso della prigionia ci siamo mossi nella giungla. Non voglio dire che siano stati squisiti perché sarebbe esagerato, ma hanno fatto di tutto per venirci incontro. Il cibo e il resto».

È vero che li hanno presi perché stavano fotografando?

Così aveva detto Panda in un suo comunicato («[…] abbiamo arrestato due turisti italiani che come centinaia di turisti stranieri trattano la gente locale come scimmie e oggetti ridicoli […]»). Colangelo dice che non è vero: «Stavamo solo facendo il bagno nel fiume, nessuna fotografia, nessun “safari umano”».

Come mai hanno rilasciato solo Colangelo? Ci sono pericoli per Besusco?

Colangelo ha detto che da parecchi giorni gli avevano fatto capire che lo avrebbero lasciato andare. In generale gli osservatori sostengono che Panda, un maoista moderato, non sembra voler nuocere agli ostaggi. Assieme ai due italiani erano stati sequestrati anche due indiani e questi sono stati rilasciati subito e hanno affermato che Panda non ha intenzioni cattive. Anche per questo, probabilmente, le autorità dell’Orissa avevano cominciato una trattativa che forse avrebbe portato a qualcosa se nel frattempo non ci fossero state altre violenze, altri sequestri.

• Come sarebbe?

Gli esperti hanno dato subito una lettura politica dell’azione di Panda: avendo perso prestigio e potere all’interno del movimento maoista dei Naxaliti, Panda ha cercato di riconquistare parte dei suoi con questo sequestro. Ottenendo la liberazione di qualche prigioniero politico e la cessazione delle azioni di polizia, già solo con questo avrebbe riconquistato seguaci, molti dei quali nei mesi scorsi sono passati con il suo avversario. Proprio per bloccare questa operazione di recupero di consenso, il suo avversario, il feroce Ramakrishna (nome vero: Hakkiraju Haragopal), molto attivo al confine tra Orissa e Andra Pradesh, ha prima sequestrato un poliziotto, lo ha portato nella giungla e gli ha sparato in testa. Poi – siccome le autorità indiane continuavano a trattare con Panda – ha rapito un parlamentare, Jhina Hikaka, di cui al momento si ignora la sorte. A questo punto le autorità dell’Orissa hanno sospeso le trattative con Panda, dato che il sequestratore dei due italiani, mentre aveva preteso un “cessate il fuoco” da parte della polizia indiana, non era stato in grado di garantire la stessa cosa sul lato dei maoisti. Ramakrishna non vuole che ci siano trattative, e magare concessioni, a Panda.

• Questo rende più o meno problematica la posizione di Besusco?

Chi lo sa. Intanto è consolante la notizia che Besusco, al momento in cui è stato rilasciato Colangeli, era vivo e in condizioni di salute non pessime, a parte le febbri tipiche del posto. Il "chief minister" dell’Orissa Naveen Patnaik ha rivolto un nuovo appello ai maoisti perché rilascino Paolo Bosusco e il parlamentare Jhina Hikaka, che però a questo punto sono in mano a due gruppi nemici tra loro. Patnaik ha parlato in diretta alle televisioni indiane. «Maoisti di Khandamal e di Koratpur – ha detto – vi prego di rilasciare al più presto gli ostaggi senza far loro del male». È difficile dire che cosa faranno i rapitori. Il povero Besusco è finito in mezzo a una faida locale, tanto determinata quanto feroce.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 26 marzo 2012]