La Gazzetta dello Sport, 23 marzo 2012
Mohamed Merah, l’assassino di Tolosa, alla fine è stato ucciso dalla polizia, e il terribile episodio si direbbe quindi concluso
Mohamed Merah, l’assassino di Tolosa, alla fine è stato ucciso dalla polizia, e il terribile episodio si direbbe quindi concluso. Resta però da capire come Merah – un disoccupato – si sia procurato le armi oppure chi gli abbia dato i soldi per comprarsele. Un’organizzazione legata ad Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) ha rivendicato la strage di Tolosa: «Questa operazione benedetta ha fatto vacillare i pilastri crociato-sionisti in tutto il mondo e noi la rivendichiamo»: così si legge sul sito Shamikh. La firma è di Jund al-Khilafah ("I soldati del Califfato"). Restano per ora in carcere la madre il fratello e la fidanzata del fratello di Merah.
• Quante armi aveva?
Ha barattato un revolver calibro 11.43 (in America un 45) con un telefonino che gli ha lanciato la polizia. Poi era fornito almeno di un kalashnikov d’assalto e di un mitragliatore israeliano uzi. In casa (rue Sergent Vigné 17, quartiere residenziale di Côte Pavée, a tre chilometri dalla scuola ebraica dove Merah ha compiuto l’ultima strage) dovevano esserci altre armi. La macchina, che la polizia ha fatto esplodere, era piena di mitra, bombe ecc. Perciò: ha forse veramente agito da solo, ma non era solo nel sistema di riferimento, cioè non è un pazzo che ha fatto tutto per conto suo. Qualcuno gli ha passato i kalashnikov e il resto oppure i soldi per procurarseli.
• Com’è andata la cattura?
Le comunicazioni con Merah si sono interrotte alle 22.45. Il terrorista ha detto: «Se tocca a me morire andrò in Paradiso. Se tocca a voi, pazienza». Gli era stato dato un ultimatum per la mezzanotte e poco prima di quell’ora la polizia ha lanciato tre granate accecanti nell’appartamento. Alla palazzina era stata tolta l’elettricità fin dalle 21. Tra le due e le due e mezza altre esplosioni (Le Monde scrive che si sono sentite in tutto sette deflagrazioni, altri parlano di una ventina di scoppi assai violenti) che hanno sfondato porte e finestre e aperto una breccia nel muro. I responsabili delle forze dell’ordine hanno spiegato poi che il lancio di queste bombe non aveva lo scopo di uccidere Mohamed, ma solo quello di intimidirlo, di stanarlo. Mohamed però non s’è fatto vedere, anzi s’è rifugiato nella parte più interna della casa, fino a chiudersi nel bagno. Infine ieri mattina, dopo 30 ore di assedio, i poliziotti hanno fatto irruzione. Quando li ha visti, Merah ha cominciato a sparare come un pazzo, poi è saltato dalla finestra (l’appartamento di rue Sergent Vigné è un ammezzato) e, continuando a sparare, s’è messo a correre. Ha fatto pochi metri e un proiettile lo ha colpito alla testa. Morto sul colpo.
• Sarkozy avrebbe voluto che lo prendessero vivo.
Il presidente francese si è congratulato lo stesso con la polizia. Il comportamento di Sarkozy in tutta la vicenda è stato notevole. È andato alla televisione e ha detto: «I francesi devono superare la loro indignazione. I nostri connazionali musulmani non hanno nulla a che fare con questa storia, non bisogna fare confusione». Poi ha aggiunto: «Non era concepibile mettere a rischio delle vite perché fosse consegnato alla giustizia. La Francia ha mostrato determinazione e sangue freddo ed è restata unita. Ma gli autori di siti internet che incitano alla violenza e al terrorismo e i navigatori che li consultano saranno puniti penalmente, come pure coloro che vanno all’estero per farsi indottrinare. Neanche le nostre prigioni devono essere vivai di indottrinamento». Merah era stato due anni in Afghanistan e in Pakistan per imparare a uccidere e quando s’era candidato per entrare nella Legione Straniera lo avevano respinto anche per questo.
• Questo episodio influenza in qualche modo le elezioni presidenziali in programma il 22 aprile?
Sarkozy potrebbe aver recuperato consensi. In situazioni come queste il presidente dà il meglio di sé: mentre invitava la nazione a mantenere il suo sangue freddo (e i francesi, a loro volta, si sono comportati impeccabilmente), ha ricevuto le autorità musulmane e ebraiche, è corso a Tolosa per star vicino ai poliziotti, ha partecipato ai funerali dei paracadutisti che Merah aveva ucciso a Montauban, ha visitato una scuola, presieduto un consiglio dei ministri, eccetera. La Francia ha visto all’opera un presidente attivo, energico, apparentemente con le idee chiare. I sondaggi continuano a indicare come vincitore Hollande, ma in queste cose non si sa mai.
• Reazioni dei musulmani di Francia?
Merah pretendeva di essere un mujaheddin, cioè un patriota combattente per la sua religione. Il rettore della moschea di Parigi, Dalil Boubakeur, ha però dichiarato: «Non c’è compatibilità tra la religione musulmana, al 99,9% pacifica, urbana, responsabile, non violenta e completamente integrata nel nostro paese, e queste minime, piccole, frange di persone decise a causare dolori atroci». Anche il premier dell’autorità palestinese, Salam Fayyad, dato che Merah aveva detto di aver ucciso i bambini ebrei per vendicare i bambini palestinesi uccisi dagli israeliani, ha preso le distanze: «Bisogna smettere di sfruttare il nome della Palestina per giustificare azioni terroristiche».
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 23 marzo 2012]