Rassegna, 23 marzo 2012
Dubbi sull’agguato al consigliere Musy
• Sempre gravi e preoccupanti le condizioni di Alberto Musy, professore, avvocato e capogruppo dell’Udc nel consiglio comunale di Torino, ferito in un agguato sotto casa sua. Gli investigatori sospettano che Musy non fosse il vero bersaglio del sicario che forse stava aspettando qualcun altro. Così l’attenzione si sta concentrando anche sugli altri inquilini dello stabile di via Barbaroux. L’uomo che ha sparato, con addosso un soprabito nero e un casco bianco ha camminato per quasi un chilometro («con andatura dinoccolata e lenta») stringendo al petto un vistoso pacco chiaro: lo hanno visto in tanti ed è stato ripreso da più di una telecamera. «Di certo non era un pistolero» sottolineano in questura: Musy è stato colpito da due proiettili, uno che gli ha trapassato il braccio destro finendo nella spalla e uno che si è conficcato nella scapola sinistra. Un terzo forse lo ha sfiorato alla testa. Intanto si sta indagando su due persone che potevano avere motivi di rancore nei suoi confronti. Il questore Aldo Faraoni: «Un uomo sconvolto da un fallimento e un altro legato a Musy da un rapporto di consulenza finanziaria che però al momento dell’agguato era fuori Torino» [Giustetti e Ponte, Rep.]