Rassegna, 23 marzo 2012
Confindustria ha un nuovo presidente
• Il nuovo presidente di Confindustria è Giorgio Squinzi: 93 voti contro gli 82 di Alberto Bombassei (su 177 presenti in giunta, 2 bianchi). Squinzi, candidato del presidente uscente Marcegaglia, della piccola industria, del Centro e del Sud, delle aziende controllate dallo Stato, ma anche di Assolombarda e Anie, ammette la vittoria sul filo di lana (si paragona alle volate dello spagnolo Oscar Freire che «veniva sempre fuori negli ultimi 50 metri e batteva tutti»). Promette che lavorerà per «trovare la crescita di cui ha bisogno il Paese e per combattere il problema più grave, la disoccupazione, soprattutto quella giovanile». [Chiarelli, Sta.]
• Chi è Giorgio Squinzi: 69 anni, di Cisano Bergamasco, laurea in chimica industriale. Inizia a lavorare fin da giovanissimo nell’azienda fondata dal padre Rodolfo nel 1937 che produce materiali ausiliari per l’edilizia. Nel 1970, dopo la laurea, fonda con il padre la Mapei. Il gruppo industriale è il maggior produttore mondiale di colle e adesivi per mattonelle e il terzo nella chimica per l’edilizia. Impiega 7.500 persone, ha 68 aziende consociate con 59 stabilimenti produttivi, 9 in Italia e 50 nel resto del mondo, in 27 Paesi nei 5 continenti. Fatturato: 2,1 miliardi di euro. Dal 2006 è amministratore unico a vita avendo ceduto, insieme alla sorella Laura, la piena proprietà delle azioni ai rispettivi figli: il figlio e la figlia di Giorgio hanno i due terzi del capitale, la figlia di Laura il restante terzo. Per dodici anni presidente di Federchimica. Buoni i rapporti con Silvio Berlusconi, addirittura eccellenti con l’amico Fedele Confalonieri: con lui ha in comune il tifo per il Milan, l’amore per la musica classica e la Scala (di cui è “fondatore permanente”). Cavaliere del Lavoro e Cavaliere di san Gregorio Magno del Vaticano. Appassionato di ciclismo (è stato sponsor di una squadra dal 1993 al 2002) e di calcio (ha portato il Sassuolo dalla C2 alla B, sogna di saltare in A). Vanto: «Da presidente di Federchimica ho firmato sei contratti con tutti i sindacati seduti al tavolo, senza un’ora di sciopero, ottenendo concessioni definite epocali». [Chiarelli, Sta.]
• Mapei, non quotata in Borsa, investe in sviluppo e ricerca il 5% di questo fatturato e il 12% dei propri dipendenti. Non sono mai stati distribuiti dividendi: tutti gli utili sono reinvestiti nel gruppo. [Chiarelli, Sta.]