Rassegna, 22 marzo 2012
Agguato al consigliere torinese Musy. È in coma
• Alberto Musy, consigliere comunale dell’Udc a Torino ed ex candidato sindaco del Terzo Polo, è finito in coma in seguito a un agguato subito ieri mattina sotto casa. È stato operato per un ematoma che comprimeva il cervello, resta in prognosi riservata ma sembra che ce la farà. Sembra esclusa la pista de terrorismo. Questa la cronaca degli eventi come la racconta Imarisio sul Cds: «Musy torna nella sua casa di via Barbaroux dopo aver accompagnato le figlie all’asilo Sant’Anna. Lascia l’auto in doppia fila con le quattro frecce, è questione di un momento. Quella sosta non è prevista, deve solo riprendere l’iPad lasciato in carica per poi correre in ufficio. Nell’androne trova un uomo con un casco bianco in testa, la visiera abbassata, avvolto in un lungo soprabito. Ha citofonato a una vicina di casa dicendo di avere un pacco da consegnare, e si è fatto aprire. I due parlano, forse Musy gli chiede conto della sua presenza. La risposta è un colpo di pistola a bruciapelo che gli spappola il polso destro e si conficca nel soffitto di pietra. L’ex candidato sindaco di Torino si rifugia all’interno del piccolo cortile. Altri spari, fino a vuotare il tamburo di una P38. Due proiettili contro il muro, uno che di rimbalzo ferisce l’avvocato alla testa, altri che lo colpiscono ancora alla spalla destra e alla schiena. L’attentatore raccoglie il pacco, altro mistero di una vicenda misteriosa, e si allontana. Angelica, la moglie, è nella cucina dell’appartamento all’ultimo piano con la bambina più piccola e la tata. Sentono gli spari che rimbombano tra i muri spessi della palazzina d’epoca, si affacciano alla balaustra. Lo vedono riverso tra i primi gradini delle scale e la rastrelliera della bicicletta. I vicini si precipitano con garze e bende d’emergenza. Sono loro che sentono dire a Musy “mi ha seguito”, ultima frase pronunciata prima di perdere i sensi, ma anche qui non è chiaro se riferita a un pedinamento o alla sua tentata fuga nel cortile».