Rassegna, 22 marzo 2012
«La riforma dell’articolo 18 non si applica agli statali»
• Dopo una giornata di incertezze ieri sera Elsa Fornero ha chiarito che le modifiche all’articolo 18 contenute nella riforma del lavoro «non riguarderanno gli statali. Non a caso al tavolo non ha partecipato il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi». Rassicurati i sindacati, che erano entrati in allarme quando, in mattinata, il dipartimento della Funzione pubblica aveva fatto sapere che le nuove norme sui licenziamenti sarebbero state applicate anche per i dipendenti statali. [Calabrò, Cds]
• Dipendenti statali in Italia: tre milioni e quattrocentomila. Il 5,7% della popolazione. [Calabrò, Cds]
• Nel 2011 le retribuzioni del pubblico impiego sono aumentate dello 0,2% rispetto al 2010, mentre l’inflazione ha raggiunto il 2,8%. [Cds]
• Ancora non si sa se la riforma del lavoro sarà presentata come decreto legge o legge delega. Spiega la Calabrò (Cds): «Mai infatti come in questo caso la forma è sostanza, con un coinvolgimento più o meno ampio del Parlamento nella decisione. Sta prendendo sempre più corpo l’ipotesi di ricorrere a un provvedimento unico, attraverso un disegno di legge di delega che amplierebbe quella già aperta dal ministro Tremonti sugli ammortizzatori sociali, in modo da estenderla a tutte le altre modifiche: articolo 18 compreso. Un pacchetto così complesso potrebbe però non essere pronto entro domani, ultimo giorno utile prima della partenza del premier per la Cina».
• Scrive Galluzzo (Cds) che ieri pomeriggio il premier Mario Monti ha detto più o meno questo ai leader dei partiti e a diversi deputati: «I partiti hanno il diritto e il dovere di criticare la riforma che il governo si appresta a varare. Il Parlamento è sovrano e se vorrà fare delle modifiche, che noi eventualmente ci auguriamo migliorative, verranno valutate, ci mancherebbe altro. Quello che non si può fare è chiedere al sottoscritto e al resto del governo di cambiare un lavoro che sull’articolo 18 riteniamo ormai concluso».