Rassegna, 20 marzo 2012
Strage neonazista a Tolosa: uccisi tre bambini e un insegnante
• Ieri mattina a Tolosa alle 7 e 56 un uomo è arrivato a bordo di uno scooter Yamaha T-Max 500 bianco davanti alla scuola ebraica Ozar Hatorah, in rue Jules Dalou. È sceso e ha sparato a un insegnante trentenne, Yonatan Sandler e ai sue due figli di 6 e 3 anni, Arieh e Gabriel, uccidendoli. Poi è entrato nel cortile della scuola e ha giustiziato una bambina di otto anni, Miriam Monsenego, mirando alla testa. Prima di andarsene ha fatto in tempo a colpire al torace un ragazzo di 17 anni, ora in condizioni gravi ma non in pericolo di vita. La scena è stata ripresa dalle cinque telecamere dell’istituto. Nelle immagini si vede un uomo alto e muscoloso con il casco con la visiera abbassata che impugna prima una calibro 9, che si inceppa, e poi una calibro 11,43, la stessa arma usata pochi giorni fa, l’11 e 13 marzo, per uccidere tre soldati, due maghrebini e un antillese, sempre a Tolosa e nella vicina Montauban. La polizia segue per questo la pista neonazista. [Martinotti, Rep]
• Nicole Yardeni, responsabile delle comunità ebraiche del sud della Francia, ha visto il video della strage e racconta: «Quell’uomo avanza con calma con il viso coperto dal casco da motociclista, si muove in modo molto normale, senza nervosismo. Tiene la sua arma in mano, cammina nel cortile della scuola dopo avere cominciato a colpire fuori. Afferra una bambina per i capelli, le mette la canna della pistola sulla testa. Spara subito. Lei crolla. Poi l’uomo riprende a camminare. È indescrivibile. Non sembra reale. Mi ricorda i racconti di mia nonna, che a Auschwitz vide neonati lanciati contro il muro dalle SS, il cranio frantumato. Devo vomitare». [Montefiori, Cds]
• I tre bambini franco-israeliani saranno sepolti in Israele. [Martinotti, Rep]
• A Tolosa, subito dopo la strage è scattato il piano antiterrorismo: quattordici compagnie di poliziotti e gendarmi per pattugliare la città e i dintorni. [Martinotti, Rep]
• Tolosa è la quarta città più popolosa di Francia. [Farina, Cds]
• Scrive Montefiori (Cds): «Domenica 11 marzo, qui a Tolosa: il sergente Imad Ibn-Ziaten, 30 anni, paracadutista, in borghese, è stato ammazzato in pieno giorno. L’assassino dello scooter prima di ripartire si è scontrato con una donna che usciva dalla farmacia, la visiera del casco si è alzata e la testimone ha raccontato che l’uomo aveva una cicatrice o un tatuaggio sulla guancia sinistra. Pochi giorni dopo, il 15 marzo nella vicina Montauban, sede del 17esimo reggimento dei paracadutisti, tre militari sono di nuovo finiti sotto i colpi dell’uomo in scooter: due di origine maghrebina, il terzo antillese. Abel Chennouf, 25 anni, e Mohamed Legouad, 23, sono morti praticamente sul colpo; l’altro, Loic Liber, 27 anni, di colore, originario della Guadalupa, lotta in ospedale tra la vita e la morte, una pallottola piantata nella spina dorsale».
• Fra i sospettati ci sono tre paracadutisti del 17° reggimento, commilitoni dei soldati uccisi nei giorni scorsi, espulsi dall’esercito francese dopo che nel 2008 venne fuori una foto scattata in una stanza della caserma di Montauban. Erano avvolti nella bandiera con la svastica, braccio teso nel saluto nazista, i crani rasati. [Montefiori, Cds]
• «(…) Se come dice Sarkozy il killer è lo stesso degli attacchi militari dei giorni scorsi, tutta questa storia, e la sua sequenza omicida, si annodano intorno a una costante: i paracadutisti. Forse, come scrive Le Point, quelli cacciati quattro anni fa dalla caserma di Montauban perché ritenuti vicini a gruppi neonazi. Un affronto da lavare col sangue? E chi è il braccio armato, un lupo solitario, come dice qualcuno, o un esecutore che agisce per conto di un gruppo di fanatici addestrati alla antisemitismo? In questa storia conviene tenersi alla larga dai luoghi comuni sulla componente ideologica e politica – spesso fortemente identitaria e nazionalista – che alberga in certi reggimenti di paracadutisti non solo europei». [Berizzi, Rep]