19 marzo 2002
Tags : Marco Biagi
Biagi non aveva più la scorta
• Marco Biagi non aveva più la scorta, nonostante si sentisse un bersaglio, nonostante avesse ricevuto minacce telefoniche, segnalate con preoccupazione alle autorità, nonostante le sue proteste con la questura e la prefettura di Bologna. Nel luglio 2000 i responsabili della sicurezza gli avevano assegnato un servizio di tutela. Poi, tra giugno e settembre 2001, quel servizio fu abbandonato per «cessate esigenze» (parole del ministro dell’Interno Scajola alla Camera). Il ministro Maroni ha detto di aver chiesto più volte al Viminale di ripristinare la protezione per Biagi. L’ultima sollecitazione sarebbe partita proprio oggi, dopo una nuova minaccia, poche ore prima dell’ omicidio.
• Anche se ratificate a Roma, dal Dipartimento della pubblica sicurezza, le disposizioni su scorte e tutele partono a livello provinciale dai prefetti. Per Biagi era stato deciso un servizio di tutela dopo il rinvenimento di due ordigni incendiari alla sede della Cisl di Milano (l’unica sigla sindacale che aveva siglato il “Patto del lavoro” voluto dal Comune di Milano, di cui Biagi era considerato uno degli artefici): lo avevano disposto i prefetti di Bologna (25 luglio 2000), Milano, Roma e Modena (rispettivamente il 2, 7 e 11 settembre 2000). La scorta era costituita da uno o più agenti armati che lo seguivano ovunque. La decisione di revocare la tutela venne presa il 9 giugno 2001 a Roma, il 19 settembre a Milano, il 21 settembre a Bologna, il 3 ottobre a Modena. [Giovanni Bianconi, Cds 21/3/2002]